di Simone Cantoni
Una bevuta decisamente “di tendenza”.
Al naso la seduzione (irresistibile e irresistita, in questi anni) di luppoli il cui alfabeto è ispirato al binomio dominante agrumi-frutta (specie esotica); al palato l’altrettanto fatale fascinazione dell’amaricatura (essa stessa apporto del luppolo: ancora lui), ma limata fino alla setosità mediante la scelta dei cereali di partenza e del lievito di fermentazione. È la “Eternal Summer” firmata ad Assisi (in frazione Capodacqua, per l’esattezza) da “Birra dell’Eremo”: lei la protagonista di questa tappa della rubrica “Una per tutto, tutto per una”, la “pagina” periodica che la nostra testata dedica, di volta in volta, a una singola birra, mettendone in luce le caratteristiche e, in modo specifico, le inclinazioni sul fronte dell’applicazione alla tavola, attraverso alcune prove pratiche di abbinamento con piatti e prodotti diversi.
ETERNAL SUMMER: L’IDENTIKIT
Sotto il profilo della classificazione, si tratta di una DDH Neipa; e se questa sorta di “codice fiscale” è immediatamente decrittabile per l’appassionato, forse non per un altro lettore. DDH è una sigla che sta per “double dry hopping”: tecnica di luppolatura con cui si spinge principalmente sul pedale dell’aroma; e alla quale si procede, nel caso di specie, in misura massiccia (“doppia”, in accezione approssimativa, ma efficace). Neipa è la sigla che indica una New England Ipa; ovvero una American Ipa (il secondo termine a sua volta una sigla: per India Pale Ale), la cui ricetta è stata declinata secondo la sensibilità, appunto, del New England. Cioè con un “naso” decisamente profumato (tropicale in specie); e una “bocca” segnata da amaricature assai felpate, grazie all’impiego di cereali leviganti, come avena o frumento (qui entrambi), nonché ceppi di lievito tendenti a conferire meno secchezza così come a generare certe quantità di glicerina. Ecco, la “Eternal Summer” incarna questo modello. Il colore è un dorato pieno, diffusamente velato; il ventaglio olfattivo articola temi fruttati (papaya, ananas, melone bianco, pesca tabacchiera), floreali (achillea), agrumati (pompelmo) e balsamici (eucalipto); la sorsata si snoda qualificandosi per la corporatura medio-leggera, per la bollicina integrata, per una chiusura asciutta dal taglio amaro ma soffice, per una taglia alcolica pari a 6 gradi e 3. Aspetti di una personalità sensoriale che abbiamo testato in una triplice prova d’abbinamento.
L’INSALATA DI GAMBERI E ANANAS
Una ricetta fresca e sfiziosa: i gamberi, brevemente rosolati in padella, vengono mischiati al frutto, porzionato in tocchetti, per poi rifinire il tutto con aromi (menta ed erba cipollina, ad esempio), con un filo d’olio crudo e giusto qualche granello di sale in semplice funzione di esaltatore del gusto dell’insalata (che deve restare fondamentalmente dolce). In questo modo la sapidità del boccone, dosatissima, non va in frizione con l’amaro (peraltro esso stesso moderato) della birra. Mentre quest’ultima riprende volutamente, con la propria balsamicità, l’apporto della menta; e, con la propria timbrica esotica, l’ananas utilizzato per la preparazione della portata.
IL RISOTTO ALLA PESCA
Un primo piatto a sua volta curioso. Il riso è lavorato, su un fondo di cipolla bianca dorata in olio, idratandone i chicchi prima con vino bianco o birra chiara non amara (una Helles può andare) e poi, via via, con brodo vegetale lungo tutto l’arco della cottura; a metà della quale si aggiunge pesca a tocchetti, mentre quasi in chiusura si amalgama il tutto con del formaggio fresco e appena appena sapido (una caciotta, ad esempio). Ancora un boccone tendenzialmente dolce, onde evitare urti con la vena amaricante della birra; e dotato di una profumazione fruttata atta a riprendere quella del sorso; mentre quest’ultimo, con le sue doti di gestione lipidica (bollicina, alcol, acidità fisiologica), scioglie efficacemente la materia grassa e amidacea della pietanza.
IL FRITTO DI FRUTTA MISTA
Si chiude con quello che potrebbe essere un dessert, ma anche uno spuntino fuori pasto: spiedini di frutta a tocchetti (qui banana, papaya e ananas), da friggere in una pastella di farina e latte (se di mais e/o riso la prima e di soia o riso il secondo, la ricetta diventa anche “a glutine zero”). Il boccone, peraltro cosparso di zucchero prima del consumo, è comunque esente da sapidità: la chiave d’accesso per rispettare l’amaro della birra; mentre sulle odorosità di quest’ultima si può cucire un gioco di ricami e richiami olfattivi costruibile “a misura” scegliendo (come in questo caso) la frutta da… infilzare.
BIRRA DELL’EREMO
Via Monte Peglia, 5
Località Capodacqua, Assisi (Perugia)
T. 075 8064602
info@birradelleremo.it
www.birradelleremo.it