di Mauro Ricci
Perugia medievale, bellissima, intorno alla fontana dei Pisono, di antica origine etrusca è stata ed è rimasta città primaria nel tempo politicamente, socialmente e produttivamente.
Nota oggi per il cioccolato, i prodotti alimentari e gli abiti ha avuto un'impresa meno nota ma altrettanto significativa: è stata una delle prime città italiane ad avere un birrificio fin del 1875. Fabbrica della Birra Perugia del lombardo Ferdinando Sanvico ha prodotto e diffuso in tutta la regione la sua birra. La sede era nei locali di palazzo Silvestri, nella centrale via Baglioni, vicino ai depositi di neve tenuti nei sotterranei della Rocca Paolina, primordiali frigoriferi per la maturazione e la conservazione della birra. La birra alla spina allora si spillava con impianti in legno di ciliegio raffreddati con la neve e la distribuzione si faceva con carri trainati da poderosi cavalli maremmani. Il 1927 vede chiudere la sua attività come Birra Perugia e finire parte della grande Peroni di Roma.
(Luana Meola)
All’inizio del 2000 un gruppo di amici amanti della birra comincia a pensare e progettare la “rinascita “ del birrificio con l’intento di restituire alla città e riportare in luce un pezzo di storia. E’ la rinata fabbrica della Birra Perugia dalla cui produzione prendiamo la birra della settimana, la Calibro7, un prodotto preparato e studiato con cura e lunghi tempi di messa a punto. Il motore dell’impresa èin buona misura Luana Meola (insieme ad altri due soci, Antonio e Matteo), salernitana, che così si racconta: “La mia passione per la birra è nata dal vino. Sono di Paestum in provincia di Salerno una delle tante terre d’Italia in cui il vino è protagonista. Sono cresciuta tra piccoli vigneti dei nonni e produzioni familiari. Dopo i primi anni passati nella mia terra mi trasferisco a Roma dove mi laureo in statistica e intanto mi prendo la qualifica professionale di sommelier. Giornate piene. Di giorno in ufficio, la sera in divisa di sommelier tra banchi di assaggio e degustazioni. In queste occasioni ho conosciuto la birra. Fra le bottiglie dei vini sono cominciate a comparire le birre artigianali e con loro “i tipi strani “ che le producevano: i birrai”.
Incuriosita Luana ha letto, bevuto, studiato e in poco tempo è caduta “nel pentolone”. Il “virus” aveva colpito anche lei e, capito di non poterne più fare a meno, pianta tutto e si iscrive al primo master universitario in tecnologia birraria dell’università di Perugia. Sembrava un salto nel buio, ma la certezza era che la strada da percorrere era quella. A Perugia Luana conosce Antonio Boco (uno dei soci), giornalista, esperto assaggiatore di vini ma con in testa l’idea di rivitalizzare il marchio ottocentesco della fabbrica Birra Perugia che in tanto aveva acquistato perché libero. L’idea affascina Luana e insieme agli altri soci partono per l’avventura ciascuno con il proprio ruolo (amministrazione, marketing, commerciale ed infine produzione che di ufficio va a Luana) e che li ha portati alla prima cotta nel 2013.
“Il percorso che ci ha portato a questa data e’ stato lungo tre anni, si cominciano a definire le linee di sviluppo della produzione – dice Luana – La mia idea di birra, totalmente condivisa dagli altri soci, è legata a concetti come equilibrio, finezza, bevibilità. Non ci piacciono i fronzoli, siamo terrorizzati da ogni forma di ridondanza e da tutto quello che appesantisce le nostre pinte. Siamo convinti che la facilità di beva non significhi banalità e cerchiamo sempre di realizzare birre coerenti con un’idea di fondo e una filosofia stilistica ben precisa. Quelle che amiamo e vogliamo bere noi per primi. Guardiamo all’Inghilterra con originalità e personalità, su questo non c’è dubbio. La prima della nostra storia è stata la Gold Ale un bel colpo visti i risultati. A settembre del 2013, dopo solo sei mesi dall’apertura si è meritata l’oro all’ European Beer Star. Poi sono arrivate l’American Red Ale e la Chocolate Porter (una specie di omaggio a Perugia) a chiudere la linea classica, quella delle etichette più semplici e quotidiane. E poi? Dopo la grammatica abbiamo cominciato a con i componimenti più complessi”.
Ecco arriva la Calibro 7 (Apa) ,la Suburbia (English Ipa realizzata in collaborazione con Toccalmatto) e la Ila (Scotch Ale affinata in un barile di Caol ila 1980 di Samaroli, arrivato al birrificio dalla Scozia). Oggi in produzione sono cresciute le collaborazioni e in particolare Luca Maestrini birraio, con il quale Luana ha trovato una notevole intesa tanto che Luca riesce a mettere ordine nel caos creativo di Luana. L’anima instancabile del birrificio è Luana che sta trovando sempre più punti sicuri, di appoggio nella fiducia creatasi e confermatasi fra i soci e i collaboratori con i loro ruoli che le consente di sviluppare più facilmente l’attività consolidata di pivot dell’impresa. L’obiettivo di dare una continuità storica di luoghi a Fabbrica di Birra Perugia è stata realizzata dal socio Antonio Bocco aprendo in locali ricavati nel palazzo dove ebbe sede il vecchio birrificio un piccolo pub che ha sempre alla spina le birre dell’attuale produzione.
(Luca Maestrini e Luana Meola)
La linea di sviluppo delle birre descritta da Luana come linea aziendale trova una prima realizzazione e una prima conferma nella calibro 7, indicata da Luana come la prima birra complessa, difficile da realizzare. Il lavoro più attento è stato nel calibrare i luppoli, 7, sui malti e per ottenere l’equilibrio migliore per questa Apa in cui non solo la numerosità, ma anche la scelta non banale delle tipologie rende complesso il lavoro per bilanciare amaro e aromi e ottenerne tutte le sfumature possibili. La birra versata nel bicchiere sviluppa una abbondante schiuma di grana media persistente che lascia subito sprigionare un intenso bouquet di aromi dall’erbaceo (erba sotto la pioggia) all’agrume in una perfetta mescolanza di sfumature con un lieve sottostante sentore di malto. Schiuma e colore, ambra leggero, replicano i toni della tipologia Apa.
La bevuta è facile scorrevole su un corpo leggero dove malti e luppoli e alcool danno un sentore quasi unico di freschezza con un retrogusto profumato di agrume appena sostenuto dal malto in buon equilibrio con l’amaro. La sensazione boccale è piena leggera duratura che sviluppa lentamente i vari sapori inizialmente un poco chiusi, invogliando a altre bevute alla ricerca delle stesse sensazioni. Il risultato ci sembra brillantemente in linea con i canoni delineati di equilibrio finezza bevibilità. Senza esagerare, birra di grande piacevolezza e gradevole bevuta che ci ha appagato lungo tutto il tempo di una cena estiva, senza escludere cimenti piu’ impegnativi. La bottiglia da 33 cl costa tra i 4 e i 5 euro.
Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
Fabbrica della Birra Perugia
via Tiberina, 20
Pontenuovo di Torgiano
06089 Perugia
Tel. 075 9888096
www.birraperugia.it