di Andrea Camaschella
Una delle mie pils preferite, la 1291 di Birra Mastino è ora disponibile in lattina.
Sostengo che la lattina sia il contenitore perfetto per birre che non necessitano di invecchiare, che giocano le loro carte migliori sulla freschezza e una Pils è un perfetto esempio di una birra cui non giova la bevuta “vintage”. Sono birre che giocano tutto sulla freschezza degli ingredienti, su profumi e sapori delicati, sui quali l’ossidazione ha un ruolo molto pesante, frenandone da subito la bevuta e togliendo il piacere della bevuta. La lattina è un contenitore perfetto se tutto quello che precede la graffatura della lattina stessa è altrettanto perfetto e curato in modo maniacale. Ogni singolo attimo dalla produzione del mosto fino al confezionamento deve essere curato, il carico di ossigeno deve essere azzerato, occorre lavorare con un’attenzione perfetta e soprattutto conoscere alla perfezione la propria attrezzatura e aver studiato. Non è da tutti e quindi la lattina non è per tutti i birrifici. Chiaramente Mauro Salaorni può permettersi di usare le lattine per confezionare le sue birre, perché ha tutte le caratteristiche e le capacità necessarie e infatti la 1291, in lattina, si esprime come bevuta in fusto, nei migliori pub.
Aspetto da manuale, con colore giallo paglierino carico o dorato scarico (punti di vista), schiuma bianca a grana fine, compatta e persistente. L’olfatto coglie un leggero sentore di frutta a polpa bianca e ancora più lieve di frutta candita, i profumi erbacei e floreali sono decisamente più evidenti così come le note di crosta di pane e di miele millefiori. Profumi eleganti, contenuti e invitanti. E’ all’assaggio che la 1291 raggiunge vette altissime, con una sensazione “cruch” all’inglese, croccante, sulla fragranza del malto, che è l’effetto della decozione, antico metodo per la produzione del mosto – più lungo e più faticoso per il birraio – con cui nacquero le primissime Pils in Boemia. Il dolce del malto pils è bilanciato da una lievissima sapidità e da un taglio amarognolo svelato dal finale, secco il giusto. Nel retrogusto, poco persistente, tornano i sentori floreali, erbacei e fruttati. Bohemian Pils da manuale nella struttura, personale nei profumi, nella scelta dei luppoli che esulano dal classico Zlatec (o Saaz) per sposare altri luppoli nobili tedeschi. Birra che si esalta, grazie alle cure di Mauro, nella lattina che oltretutto ha la perfetta dimensione per una birra come questa, 50 centilitri.
Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
Birra Mastino
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