Nel cuore pulsante di New York City, il 18 giugno 2024, l’attesissimo evento del mondo del vino farà nuovamente vibrare la scena: l’International Volcanic Wines Conference. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione organizzata da Volcanic Wines International, John Szabo e dall’agenzia di pubbliche relazioni e comunicazione specializzata nel settore enogastronomico, Colangelo & Partners, si propone di celebrare e unire in un unico luogo il variegato mondo dei vini vulcanici, condividendo un’origine comune: i terreni di origine vulcanica. Questi vini, provenienti da regioni e vitigni diversissimi tra loro, sono accomunati da una combinazione affascinante di elementi come bevibilità, acidità, freschezza e complessità, plasmata dai terreni vulcanici in cui vengono coltivati. Ma chi meglio di John Szabo, Master Sommelier ed esperto di vini vulcanici, autore del pluripremiato libro “Volcanic Wines: Salt, Grit and Power”, può guidarci in questo viaggio? Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Szabo per scoprire le novità della prossima edizione di questo evento unico nel suo genere e conoscere più da vicino il mondo dei vini vulcanici.
Il prossimo International Volcanic Wines Conference (Ivwc) si terrà a New York il 18 giugno 2024; ci può raccontare com’è nata questa iniziativa e quali sono le prospettive future?
“L’idea per l’Ivwc è nata dopo la pubblicazione del mio libro alla fine del 2016, suggeritami da alcuni amici greci, Sofia Perpera e George Athanas, con cui avevo viaggiato a Santorini diverse volte. L’obiettivo era riunire un gruppo di produttori di vini vulcanici da tutto il mondo per condividere esperienze e scambiare informazioni, creando una comunità che potesse crescere e imparare l’una dall’altra. Abbiamo pensato che creando una categoria di vini vulcanici, avremmo potuto contribuire a far luce su regioni poco conosciute e preservare la diversità che esse rappresentano nel mondo del vino, oltre a valorizzare ulteriormente regioni già ben note. Colangelo & Partners era l’azienda ideale da coinvolgere, dato il loro solido legame con molte regioni produttrici di vini vulcanici, specialmente in Italia, alle loro ampie connessioni con gli addetti ai lavori negli Stati Uniti e per il rispetto che si sono guadagnati nel tempo all’interno del settore”.
Qual è l’importanza degli eventi in presenza come le degustazioni itineranti per diffondere la conoscenza sui vini vulcanici?
“Nessuno può descrivere le sfide e i vantaggi della coltivazione dell’uva in terreni vulcanici meglio dei produttori stessi. Assaporare questi vini è l’unico modo per comprendere appieno le loro sfumature. Eventi come l’Ivwc e i seminari al suo interno offrono un’opportunità straordinaria per imparare, assaporare e approfondire la conoscenza di questa categoria unica di vini”.
Quali sono le tendenze di vendita più interessanti da perseguire per i vini vulcanici negli Stati Uniti e in Canada
“I “vini vulcanici” sono diventati una categoria a sé stante. Dieci anni fa, menzionare l’esistenza di vini vulcanici avrebbe fatto scalpore fra molti addetti del settore. Oggi, sono ampiamente accettati come vini unici ed intriganti, una categoria a parte. Ricevo frequentemente comunicati stampa di nuove uscite da importatori che vantano la loro “vulcanicità”, e ho sentito parlare di moltissime degustazioni professionali basate sul tema vulcanico. C’è chiaramente un mercato in crescita per i vini vulcanici, anche se c’è ancora molto lavoro da fare. E tutti, tranne i consumatori di livello più alto, sono ancora un po’ confusi in merito a questa categoria, quindi c’è l’opportunità di educare ulteriormente ed entusiasmare”.
Perché ha dedicato gran parte della sua carriera ai vini vulcanici, cosa l’ha ispirata così tanto? E ancora, cosa rappresentano i vini vulcanici in rapporto al cambiamento climatico?
“I vini vulcanici rimangono motivo di grande fascino per me anche dopo tutti questi anni, non solo per la loro alta qualità media ed i profili aromatici originali, ma anche, e forse ancora più importante, per i loro aspetti culturali. Sono sempre impressionato dalla tenacia di così tanti produttori intraprendenti che lavorano duramente in condizioni così impegnative, raramente il modo più facile per guadagnarsi da vivere nel settore del vino. Ho anche sottolineato molte volte il numero insolitamente alto di rare varietà di uva autoctone, che sono sopravvissute nei suoli vulcanici privi di fillossera, e continuo a scoprirne di nuove. Proprio oggi ho appreso di un progetto in Italia chiamato Graspo il cui obiettivo è salvare varietà autoctone sull’orlo dell’estinzione. Il gruppo ha vinificato 11 diverse varietà in questa vendemmia solo sull’Etna. Questo è straordinario per il mondo del vino ed un lavoro importante per il futuro, specialmente per il prezioso patrimonio genetico che rappresentano e la possibilità che alcune di queste uve possano fornire una soluzione naturale per affrontare il cambiamento climatico. Arricchiranno la diversità del mondo del vino. Poi non posso non citare i sistemi di coltivazione e potatura antichi che in molti territori definiti “vulcanici” sono sopravvissuti alla modernizzazione ed omogeneizzazione della cultura viticola del XX secolo. Questi potrebbero essere un altro strumento per i viticoltori per mitigare le estreme condizioni meteorologiche. Penso alla maggiorina nell’Alto Piemonte, o alle viti antiche simili a alberi della Campania, o all’alberello dell’Etna, per citare solo alcuni esempi dall’Italia”.
Cosa rende un vino vulcanico unico?
“Si potrebbe argomentare che ogni vino è unico: nessuno è mai esattamente uguale all’altro. I vini vulcanici non sono diversi: tutti sono unici a loro modo. Ma direi che la famiglia dei vini vulcanici è particolarmente ricca di diversità, originalità, unicità, date l’enorme quantità di varietà autoctone da cui sono fatti, le antiche pratiche colturali utilizzate per coltivarli e produrli, oltre alla vastissima gamma di tipi di suolo che rientrano sotto l’ombrello geologico vulcanico. Il calcare è calcare. Le rocce vulcaniche e i suoli sono infinitamente più diversificati”.
Come descriverebbe un vino vulcanico a un appassionato di vino che lo assaggia per la prima volta?
“Preparati a qualcosa di un po’ diverso. Aspettati un po’ di sale, un po’ di grinta e abbondante profondità e potenza. Potrebbe volerci qualche sorso per abituarti, ma ne varrà sicuramente la pena”.