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L'intervista

Nadia Maggioncalda, una donna muscolaia: “In mare dalle 5 alle 20”

02 Giugno 2023
Nadia Maggioncalda Nadia Maggioncalda

Slow Fish ha aperto i battenti a Genova. E, come sempre, i protagonisti sono i pescatori, come Paolo Varrella o Nadia Maggioncalda, della cooperativa dei miticoltori spezzini. Nadia è l’unica donna della cooperativa, anzi come dice lo stesso Varrella “l’unica muscolaia dello spezzino”. Ed ecco la storia di Nadia. Che alla mitilicoltura ci è arrivata per caso, anzi no, non per caso. Ci è arrivata per amore. Più di 30 anni fa ha incontrato Eugenio, quello che poi sarebbe diventato suo marito, e quasi subito ha iniziato a seguirlo in barca per dare una mano in azienda. Racconta: “Da bambina e da ragazza non intravedevo un futuro di questo tipo, per me. Ma da quando ho “incontrato” questo mestiere la mia vita ha svoltato per amore del mare”. E si tratta di un amore totale e profondo, perché senza l’amore non ci sarebbe un perché a una scelta di vita così dura e faticosa. Molto maschile. A questo si aggiunge che a guardarla, Nadia, sembra tutt’altro che una donna forzuta. È esile, alta, elegante. Di primo acchito si potrebbe addirittura non credere che sia una muscolaia. Come invece è.

Prosegue: “Il nostro è un lavoro durissimo. Siamo costantemente in mare, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Che sia caldo o freddo siamo lì. E poi c’è la fatica manuale. Quando ho iniziato, 34 anni fa, il nostro era ancora un mestiere molto antico, per tanti versi fermo a 100 anni fa. Era un lavoro di braccia, di schiena. Tiravamo i muscoli sopra la barca, e li lavavamo a mano”. Poi, per fortuna, è arrivata qualche modernizzazione, qualche comodità in più: le barche si sono un po’ alzate, il lavaggio dei muscoli non è più un’operazione manuale: “Questi cambiamenti ci hanno molto aiutati, anche se il nostro rimane comunque un mestiere molto duro, a partire dagli orari: ci sono giorni che siamo in mare dalle 5 del mattino alle 8 di sera, e quando arrivo a casa sono stravolta, fisicamente molto provata”. Però c’è un però, ed è quell’amore di cui si parlava all’inizio. La vera molla che consente di sopportare grandi fatiche e sentirsi appagati da quel che si fa. Conclude Nadia: “L’acqua è il mio elemento. Sto meglio nell’acqua che fuori. L’ho capito da subito, e rifarei questa scelta anche adesso”. Un amore che viene trasmesso di generazione in generazione. Nadia ed Eugenio sono muscolai. E anche il loro figlio ha scelto questa strada, che è dura, è difficile, ma è tutta intrapresa per amore del mare. (di Silvia Ceriani, Slow Food)