Chissà se il vino va in vacanza, il vitigno pardon. Chissà se davanti al caldo d’agosto anche le migliaia di grappoli che attendono sotto al sole cocente di essere raccolti, non abbiano il desiderio di riposarsi un po’. Come i vignaioli, d’altronde.
Per farci un’idea abbiamo fatto qualche domanda ad un produttore d’eccezione, che abbiamo beccato in auto, intento proprio ad andare in vacanza. Il nostro uomo è Walter Massa, il papà del Timorasso, quel vitigno bianco che ha portato il Piemonte alla ribalta anche tra le bottiglie di colore chiaro.
L’estate di Walter Massa: dove e all’insegna di cosa sarà?
“Le vacanze si fanno in giro per l’Italia. Anche perché all’estero, non parlando le lingue straniere, preferisco stare zitto. Girerò un po’ tutta l’Italia ma resto con l’antenna piantata a Ferragosto. Bisogna cercare di mettere a fuoco 40 anni di vendemmie. Fino a qualche anno fa era da figo vendemmiare ad ottobre oggi è figo farlo ad agosto. Il tutto non dimenticando che settembre, secondo un particolare calendario, si chiama vendemmiaio.
Tra 15 giorni, dunque, testa in cantina. Rilassarsi è impossibile tra piogge che non arrivano più, o arrivano bombe o saponette di ghiaccio. È un po’ un disastro perché l’uva non matura e bisogna capire lo stato del vino che sarà.
Non è un caso che in questo periodo siamo bombardati dai venditori di prodotti per vino. Io da loro vorrei comprare tempo e buonsenso. Di sostanze a disposizione ce ne sono tante ma è giusto che il vino si esprima anche per come è. Ormai direi che a luglio il gioco è fatto”.
Per ogni papà l’estate si porta dietro sempre tanti pensieri: quali sono quelli del papà del Timorasso? Lascia i figli giocare sotto il sole in attesa della vendemmia o trova il modo, se non di portarli con sé, di starli sempre a controllare?
“L’esperienza vissuta nel 2003, anno in cui ho fatto un autogol, mi ha insegnato tanto. Avevo l’uva troppo scoperta e ho perso tanto prodotto e qualità sbilanciata. Negli anni a venire ho cercato di migliorare la gestione della chioma della vigna in funzione del clima. L’ombra aiuta il vino in questo momento.
I pensieri di padre sono minori rispetto a prima. Ho due nipoti in azienda motivatissimi, quindi non è tutto centralizzato su di me e si può intervenire, se serve, con maggiore facilità.
La vigna, a luglio, è simile all’ultimo compito in classe o alle verifiche finali. È inutile recriminare, il gioco è fatto. Siamo sempre nelle mani di Dio e vuol dire avere speranza e ottimismo (come sempre ha dimostrato e raccontato anche davanti alla pandemia in queste parole raccolte per Cronache di Gusto da Francesca Landolina, leggi qui>).
Se arriva una grandinata ad agosto, però, il gioco è disfatto. L’eventuale “dopo” è fatto spesso da interventi nefasti anche per il vino futuro. Lavorando in prevenzione con zolfo e rame hai un tempo di azione di un mese. Questo è il lavoro da fare. Il tutto in asciutto. Perché noi non irrighiamo ma aiutiamo i rimpiazzi necessari a frenare le perdite”.
Torniamo all’estate. Che vino beve Walter Massa in vacanza? E magari tre piatti da non perdere.
“Non sono un gastronomo e mangione. Chi mi frequenta ne capisce più di me ed è anche più curioso. Per me ha senso andare a trovare quei ristoratori e amici che da anni si impegnano a valorizzare anche il mio marchio.
Mi piace mangiare poco e amo molto i cibi di strada. Tipo i panzerotti pugliesi. Ovviamente bisogna andare nei posti giusti. Poca roba che luccica ma tanta carta oleata. Non so, girare la Sicilia a caccia di arancine e arancini. E poi le pizze che non so se fanno meglio a Napoli o in Veneto, dove ci sono pizzerie fantastiche, anche se son buone in tutta Italia. Si sceglie in base a dove si alloggia, Dalle piadine romagnole ai piatti semplici regionali”.
E da bere?
“Mi piace definire il vino ed il suo mondo una “mafia etica”. Questo perché ti mette in contatto con situazioni in cui ti può capitare di assaggiare vino fatto da friulani o sardi anche in Puglia. Sono interessanti le contaminazioni tra addetti ai lavori e amici che hanno da dare e da dire intorno a questo mondo.
Vario sempre, non sono talebano, bevo anche vini con le bolle che prima non mi interessavano. Oggi li apprezzo, Champagne compreso, grazie ai nuovi tappi che, a differenza dei vecchi sistemi, non danno quello che definisco retrogusto di colla.
Sto bevendo tante bollicine fatte da uve italiane. Ne ho scoperto alcune fatte a Matera buonissime.
Parliamo di futuro, le vacanze si lasciano sempre quella speranza di essere rivissute presto, e leghiamolo all’ambiente e ai cambiamenti in atto.
Credo la natura debba aiutarci a far girare il tutto. Nessuno sceglie di nascere dove nasce. Gli alti e bassi e i cambiamenti ci son sempre stati. Occorre stare più sereni, lasciare che il tempo faccia anche il suo corso.
Di certo, meno l’uomo si muove e meno danni fa. Sta alla nostra sensibilità non esagerare con le troppe cose negative, come l’aria condizionata e all’utilizzo del freddo senza controllo. C’è sempre un contrappasso. Tutto quello che buttiamo nell’atmosfera rompe gli equilibri.
Madre natura non vuole essere violentata, ma stimolata sì. Occorrono equilibrio e buon senso.
Dobbiamo soprattutto diffidare delle mode, bisogna guardare oltre, senza trascurare la tradizione.
C.d.G.