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L'intervista

Il presidente degli albergatori di Taormina: “Vogliamo solo turisti snob? No, ma il livello deve restare alto”

24 Ottobre 2023
Gerardo Schuler Gerardo Schuler

A pochi giorni da Taormina Gourmet è utile intervistare il presidente degli albergatori per comprendere meglio questa cittadina dalla fama mondiale che non smette di attrarre turisti da ogni angolo del globo. Gerardo Schuler, origini tedesche, albergatore da più generazioni e presidente dell’Associazione albergatori di Taormina, ha una visione del turismo chiarissima: sa da dove arriva e sa in che direzione andare. Un atteggiamento snob quello di chi fa turismo a Taormina? “Non c’entra essere con il naso all’insù, ma l’alto livello di Taormina è un fatto e anche la politica ne deve tener conto”.

Schuler come sta il turismo di Taormina?
“Quest’anno c’è stata una ripresa e la previsione è quella di fare la migliore stagione di sempre. I dati dell’assessorato regionale al Turismo, al 30 settembre, dicono che dovremmo chiudere a 1,4-1,5 milioni di pernottamenti: il 34% in più rispetto al milione del 2022. Nessuno, anche a livello nazionale, ha raggiunto questi risultati”.

Qual è il segreto di Taormina?
“La vocazione internazionale. L’86% dei nostri visitatori arriva dall’estero, la durata media dei soggiorni è di 3 giorni e non arrivano soltanto per frequentare le spiagge. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti, poi Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia. Fino al 2019 c’era anche una forte presenza russa, ora venuta meno prima per la pandemia e poi per la guerra”.

La sua è una famiglia storica di albergatori, qual è la sua storia?
“Mio nonno Eugen è arrivato in Sicilia dal Sud della Germania nel 1896. Aveva 20 anni e si era messo in testa di ripercorrere le tappe del ‘Viaggio in italia’ di Goethe. Arrivato in Sicilia decise di restare: andò ad abitare prima a Messina, dove c’era una comunità tedesca, lavorando nella bottega di un orologiaio, poi si trasferì a Taormina e all’interno di Palazzo Corvaja aprì un negozio di antiquariato e fotografia. Comprò un terreno su cui costruì la villa in cui adesso trova posto il nostro albergo. Morì giovanissimo, a 35 anni, lasciando la moglie tedesca e il figlio di 12 anni, mio padre. Per andare avanti mia nonna decise di affittare quattro delle stanze della sua casa ai turisti. Oggi abbiamo 32 camere e io sono subentrato nella gestione dal 1982. Dallo scorso anno c’è anche mio figlio Andrea”.

Come è cambiato il turismo a Taormina in questi anni?
“La svolta è arrivata negli anni ’60, quando si cominciano a costruire i grandi alberghi, passando dal turismo invernale a quello estivo. Poi l’avvento dei tour operator. Ma ciò che ha cambiato il modo di gestire gli alberghi è ovviamente internet e la cosiddetta disintermediazione”.

C’è un rischio arrembaggio?
“Il termine esatto è over tourism ed è comune a tutte le località turistiche importanti: Roma, Firenze, Capri. Succede ovunque. A questo aggiungiamo la presenza di strutture che snaturano l’italianità dei centri storici: fenomeni che hanno modificato l’approccio. Ci sono giorni in cui vediamo spuntare al largo di Naxos navi con 2-3mila persone che poi si riversano a Taormina, è necessario regolamentare questi flussi. Taormina ha 6.800 posti letto alberghieri, più altri 7mila dell’extra alberghiero, anche se non abbiamo dati ufficiali. In tutto sono circa 14mila a fronte di 11mila abitanti, non si può reggere”.

Soluzioni?
“Creare un ufficio che regolamenti le prenotazioni. A Venezia è stata fatta un’esperienza del genere”.

Ci sono state anche delle polemiche legate al teatro greco.
“Bisogna fare delle distinzioni. La maggior parte degli eventi che vengono organizzati sono concerti pop che riempiono il teatro, ma il pubblico per il 95% non pernotta a Taormina. In questo senso ha ragione il sindaco che ha criticato questa situazione: difficile garantire servizi e pulizia per tutta questa gente e per un periodo così breve. Diverso è il caso di eventi internazionali in grado di riempire alberghi, ristoranti, bar e la città per giorni”.

Il vostro non rischia di apparire come un atteggiamento snob?
“No, ma è chiaro che in un mercato che punta sempre più sull’alto spendente, l’asticella è sempre più alta. Ripeto, non abbiamo il naso all’insù ma tutto il sistema va in quella direzione: è una conseguenza del fatto che su Taormina si investe molto sul lusso. Non siamo snob ma l’alto livello di Taormina è un fatto”.

Come va con la nuova amministrazione comunale?
“Abbiamo un sindaco che ha un bel seguito e sa anche attrarre l’attenzione. Dice di esser venuto per sistemare le cose del passato. Intanto stiamo collaborando per portare avanti insieme dei progetti importanti. Vedremo”.