Un grande passo in avanti è stato fatto nei giorni scorsi per la tutela delle Ig del nostro Made in Italy. Ma in generale di tutta Europa. La commissione Agricoltura ha approvato, all’unanimità, il nuovo testo unico sulle produzioni di qualità. E uno specifico capitolo, riguarda il sistema della tutela, per evitare frodi e la questione dei nomi evocativi (Prosek o aceto balsamico per fare un esempio). Il nodo spinoso, su cui si è battuta l’Italia riguardava il “pacchetto vino” che, in primo momento era stato inserito nel “mucchio” delle cose. Fondamentale la mediazione dell’ex ministro Paolo De Castro, oggi deputato europeo del gruppo socialisti e democratici che è riuscito a convincere tutti. Ora il testo dovrebbe essere approvato nel corso di una plenaria entro la fine del mese. Di come cambierà il sistema delle Ig ne abbiamo parlato con Giuseppe Liberatore, Dg di Valoritalia, con una lunghissima esperienza come direttore del consorzio Chianti Classico e, soprattutto, come presidente dell’Aicig, oggi Origin Italia. Una persona con una grande conoscenza dell’argomento.
Mi sembra che ci sia da esultare. Il Made in Italy può tirare un sospiro di sollievo…
“Un percorso legislativo che sta andando nella direzione auspicata. Ci sono delle novità interessanti che sicuramente potranno agevolare tutto il sistema”.
Ce ne dica alcune…
“Il fatto che il regolamento sia stato approvato da tutti deve far pensare bene. Non era una cosa così scontata all’inizio. C’erano state parecchie difficoltà. Trovare una quadra è stato impegnativo. Soprattutto portare il pacchetto vino all’interno del regolamento non era una cosa che convinceva tutti. Poi è stato trovato il giusto compromesso. Penso alle norme che riguardano l’etichettatura, la sostenibilità, la protezione, che rimangono all’interno del capitolo dedicato al vino. Mentre le norme di procedura, la protezione rafforzata e la produzione che rientrano nelle competenze dei consorzi, sono state inserite nella riforma orizzontale. Mi pare una cosa sensata”.
Insomma, un lavoro complesso.
“Già, ma alla fine il testo è stato scritto bene e si incardina su alcuni pilastri fondamentali, come il rafforzamento dei compiti e del ruolo dei consorzi, un lavoro che sarà sempre gestito dai produttori che, quindi, avranno maggiori responsabilità. Poi la questione erga omnes, perché gli stati europei introdurranno obbligatoriamente i contributi obbligatori”.
Ma, c’è un ma…
“Sì, perché i consorzi adesso diventano fondamentali. In Italia, per esempio, ce ne sono tanti e riconosciuti. Ma quelli veramente strutturati per portare avanti questo tipo di lavoro, di responsabilità, di politica, sono davvero pochi”.
E quindi?
“E quindi bisogna sviluppare strategie e novità. Penso a dei super consorzi, o unioni di consorzi. Mettere insieme le forze è sempre un bene. Un conto sono i mega consorzi, con centinaia e centinaia di soci, un altro sono i consorzi piccolini, che per strutture e risorse appaiono deficitari a far fronte a questo tipo di nuove responsabilità. Ma questa è un’occasione da non perdere e non ci si deve far trovare impreparati. Bisogna saper sfruttare appieno questi nuovi provvedimenti”.
Nel regolamento si parla anche della protezione dei nomi e delle Ig…
“Per l’aspetto dei nomi credo ci sia molto da fare ancora.. E’ vero che le menzioni tradizionali non potranno più essere evocate, ma ci sono dei vuoti da colmare. Per esempio il caso Prosek è una situazione non ancora definita. Ovvio che questo nuovo provvedimento va nella direzione giusta affinché casi come quello del Prosek non potranno ripetersi mai più. Vedo che le cose fatte sono positive. L’economia delle denominazioni, d’altronde, a livello europeo vale 80-90 miliardi. Non è più un giochino. E serve essere normata”.
E c’è una novità anche sugli ingredienti usati nelle preparazioni di altri prodotti per esempio…
“Sì, perché spesso nelle preparazioni di alcuni prodotti, vengono utilizzati ingredienti Ig senza che il consorzio abbia dato il consenso. Questo non potrà più succedere”.
Cosa accadrà adesso?
“Entro la fine del mese ci sarà l’approvazione del regolamento da parte della plenaria. Poi Parlamento, Consiglio e Commissione avvieranno il cosiddetto trilogo per raggiungere il compromesso finale. Ma non potrà che essere quello deliberato, perché non credo che gli Stati membri cambieranno quanto deciso in commissione. Ma bisogna fare in fretta, perché la presidenza svedese sarà in carica fino al 30 giugno. Poi si dovrà approvare tutto entro dicembre, con la Spagna alla presidenza, uno Stato molto sensibile alla questione e che di certo spingerà affinché tutto raggiunga la fine nel più breve tempo possibile”.
Perché questa fretta?
“Ormai siamo agli sgoccioli di questo governo europeo. Poi ci saranno le elezioni. E ci vorrebbero almeno due anni per ripresentare un testo da far approvare. Non si può attendere così a lungo”.
Ma alla fine, questo regolamento le piace?
“Assolutamente sì. Credo che questa riforma potrà dare anche una mano importante sullo snellimento della burocrazia. Ma anche sotto il profilo economico. Si è arrivati nel momento opportuno”.