(Carmelo Trentacosti, chef del ristorante Cuvee du Jour e Vito Giglio, direttore di Villa Igiea)
di Clara Minissale
In otto anni alla guida di Villa Igiea, ha visto sfilare capi di stato, attori, ricchi magnati, sportivi, uomini d’affari. Alcuni in visita ufficiale, altri in incognito. La sua giornata, così come quella dei suoi dipendenti, è un constante e rinnovato equilibrio tra gentilezza, discrezione, disponibilità e capacità di risolvere i problemi, anche i più inaspettati.
Vito Giglio, direttore dell’hotel più prestigioso di Palermo, a meno di un mese dalla notizia della vendita all’immobiliarista Giuseppe Statuto del fiore all’occhiello del gruppo Acqua Marcia (di cui anche Villa Igiea fa parte) l’Hotel San Domenico di Taormina, rassicura sulla stagione estiva ormai alle porte. “È stata aggiudicata un’asta – dice – e l’offerta riguardava solo il San Domenico. Noi continueremo a gestire l’albergo per tutta la stagione come abbiamo sempre fatto”.
Nessun timore, almeno per il momento, che qualcosa possa cambiare per personale e clienti del luxury hotel palermitano. “La nostra normalità – dice il direttore Giglio – è essere impeccabili. Noi vendiamo ai nostri clienti una promessa e il nostro lavoro è mantenerla. Perché il lusso non è sinonimo di prezzo alto quanto, piuttosto, di un insieme di sensazioni ed emozioni che bisogna dare ai nostri ospiti”.
É per questo che Villa Igiea, in linea col gruppo AccorHotels di cui fa parte, investe tanto sulla formazione del personale. “Tutti, dal fattorino al cameriere, dal back office alle cucine, sono ingranaggi fondamentali di un meccanismo che deve funzionare alla perfezione. Anzi – spiega Giglio – meno visibile è un ruolo, più si lavora dietro alle quinte, minori sono le soddisfazioni e maggiore deve essere la capacità di motivare il personale perché si senta, appunto, un ingranaggio indispensabile”.
E certamente di situazioni imbarazzanti o richieste improbabili ne avrà viste e sentite parecchie in questi otto anni. Ma un direttore d’albergo, si sa, è come un confessore e custodisce segreti e piccole manie dei suoi clienti, che devono poter contare sulla sua discrezione. “Richieste strane ne capitano ogni giorno – sorride – e anche situazioni imbarazzanti”. Ma scolpito nella sua mente, che pure ha visto passare Hillary Clinton, Gina Lollobrigida o Andy Garcia, giusto per citare i primi tre ospiti illustri che gli sovvengono, rimane l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Mi ha lasciato un bellissimo ricordo – racconta Giglio – perché tu pensi al presidente della Repubblica e immagini chissà cosa. E poi scopri che è una persona squisita e semplice con la quale puoi serenamente conversare di calcio e playstation”.
Ma Villa Igiea non è solo il gioiello liberty che custodisce camere e suite riccamente arredate e con vista mozzafiato sul porticciolo dell’Acquasanta. Da qualche anno a questa parte, infatti, è diventato anche un luogo da vivere per i palermitani che hanno smesso di ammirarne soltanto la bellezza come si fa per un oggetto d’arte prezioso, da guardare a distanza ed hanno cominciato a frequentarlo per un aperitivo o per una cena gourmet. “Quella di essere presenti sul territorio – spiega Giglio – è un po’ una nuova tendenza di tutti gli alberghi ma per noi ha una duplice valenza. Da un lato c’è certamente l’aspetto economico ma dall’altro c’è la possibilità di farci apprezzare dai nostri stessi concittadini che, con la loro presenza, decretano se questo albergo può essere o meno luogo di incontro. Un abito elegante e una cena raffinata in un luogo denso di storia e atmosfera – conclude il direttore di Villa Igiea – sono tornati di gran moda a Palermo”.