(Angelo Sabatelli fotografato da Salvo Mancuso)
Una perla architettonica incastonata nella macchia mediterranea. Siamo a Monopoli in provincia di Bari, presso la Masseria Spina, ristrutturata dallo chef Angelo Sabatelli per ospitare il suo ristorante gourmet che conferma anche nel 2014 la sua stella Michelin. Una delle poche in Puglia.
Monopolitano doc, Sabatelli torna nel paese natio dopo aver trascorso lunghi anni in giro per il mondo, soprattutto in Oriente a perfezionarsi ed affinare le proprie tecniche e conoscenze culinarie. Sabatelli è un “cervello del gusto” rientrato in Puglia quasi per caso, per fare una scommessa con sé stesso e con un territorio che offre materie prime eccellenti, paesaggi mozzafiato ma anche tante contraddizioni. Diventa cuoco quasi per caso, non era il suo sogno nel cassetto, si iscrive all'istituto alberghiero seguendo l'esempio dei compagni di scuola. La passione per il proprio lavoro, quella vera, che non conosce fatica e ti spinge ad andare avanti nonostante le difficoltà, semplicemente perché ci credi è arrivata dopo.
“La mia è una cucina che ha come protagonista la materia prima del territorio – dice lo chef -.Aggiungo due ingredienti molto personali, il cuore e il cervello. Il mio piatto deve emozionare, la tecnica giusta non può che esaltarlo. Ma attenti, tutto questo non basta. Per esempio, l'esperienza all'estero mi ha insegnato ad organizzarmi. Si lavora con i grandi numeri, c'è una impostazione diversa, con un controllo continuo di tutte le varie fasi. Sono arrivato a gestire ben otto ristoranti con 120 cuochi contemporaneamente. A volte mi chiedo, chi me l'ha fatto fare a rientrare? Quella attuale è una situazione faticosa per tutti quanti ed è naturale porsi qualche interrogativo. Ma la Puglia sta crescendo e dobbiamo osare con moderazione. Abbiamo giovani talenti che meritano di essere valorizzati, l'ho ribadito più volte”.
Prosegue Sabatelli: “I cervelli in fuga non li biasimo, fuori dall'Italia la realtà è diversa. Decidere di tornare è una scelta non facile, fatta con responsabilità, nella piena consapevolezza che non si avrà lo stesso pubblico, la stessa mole di lavoro e di conseguenza la stessa sicurezza economica. Sapevo dove andavo, cosa facevo ma l'incognita è sempre dietro l'angolo”.
I propositi e i progetti per il nuovo anno?
“Nel 2015 mi auguro di continuare a crescere con la mia squadra. Vorrei avere la costanza lavorativa anche nella bassa stagione. Sarebbe opportuno organizzare eventi per attrarre i turisti, ma chi troppo vuole nulla stringe, quindi mi accontento. La cucina italiana è più apprezzata nel resto del mondo. Lì, se sei bravo il ristorante funziona, decolla e nell'arco di pochi mesi si ammortizzano gli investimenti, qui devono trascorrere almeno tre o quattro anni. Ho anche pensato di aprire una nuova struttura, in Italia o all'estero non importa. Devo solo innamorarmi del posto giusto, meglio se vicino al mare. Al momento sto valutando diversi progetti e consulenze presso strutture prestigiose in Puglia ma anche in giro per l'Italia. Assieme ad un gruppo di intellettuali ed architetti che hanno fondato un gruppo ribattezzato 'About' stiamo elaborando progetti di comunicazione per la valorizzazione e promozione del territorio locale che coinvolgano sia l'arte che il cibo.”
(Angelo Sabatelli in versione 'bianco e nero? – Foto di Salvo Mancuso)
Sabatelli continua a snocciolare i suoi obiettivi: “Al momento sto lavorando sulla seppia fatta a sfoglia con il pomodorino. Non è ancora un piatto ben definito. Alla mia clientela voglio proporre i prodotti della tradizione come piselli, fave secche, ma in modo differente per esaltarne le caratteristiche. Sto pensando al purè di piselli emulsionato con olio extravergine di oliva da presentare con il merluzzo, un pesce molto delicato. Sono inoltre alle prese con la stesura della nuova carta dei vini”.
Già, quali vini?
“Mi sono appassionato al mondo del vino da circa dieci anni. Amo le bollicine metodo classico sia italiane e, ovviamente, gli champagne. E poi i bianchi strutturati ma anche i rossi, tra i miei favoriti ci sono i vini dell'Etna”.
Annalucia Galeone