Il neodirettore del Timeo: spero che l'albergo diventi il salotto della città. Un luogo spumeggiante come uno champagne…
È abbarbicata su un'alta collina affacciata sul mare.
L'unica similitudine possibile forse è solo questa. Tuttavia si puó azzardare, si puó sognare. Ed immaginare che Taormina dovrebbe essere, con le debite proporzioni, come Montecarlo. Anzi, la Montecarlo d'Italia. Ne è convinto il nuovo direttore del Grand Hotel Timeo di Taormina Stefano Gegnacorsi, dal primo luglio sulla plancia di comando di uno degli alberghi più belli d'Italia, questo sì senza tema di esagerare. La posizione è felice. Ma il Timeo è anche altro. VGegnacorsi ha preso il posto di Luca Finardi (cliccare qui) ormai volato a Milano dove terrà battesimo e farà il direttore di un nuovo mega albergo del guppo Mandarin Oriental hotel. Ma torniamo a Taormina.
Cosa significa per lei essere qui a Taormina e dirigere il Timeo?
“Dirigere il Timeo per me è una bellissima opportunità. Prima di tutto perché amo la Sicilia e poi perché sono un romano con origini meridionali. Quindi non appena mi si è presentata la possibilità di venire qui e lavorare per un gruppo come Belmond, sia per il Timeo che per Villa Sant'Andrea, ho immediatamente accettato. Lo dico con convinzione: amo tutto di questa terra. Mi intrigano molto anche certi proverbi dialettali, la musicalità, i modi di dire…”.
Cosa porta con sé nel suo bagaglio professionale dall'esperienza precedente?
“Sono stato al De Russie, hotel del gruppo Rocco Forte per 9 anni e per me è stata un' esperienza fantastica. Ho iniziato nel 2000, primo anno di attività della struttura e per cinque anni sono stato hotel manager e poi sono tornato come general manager nel 2009 e fino a qualche mese fa. Credo di aver diretto uno degli hotel più divertenti d'Italia, un albergo che non è solo albergo di lusso, ma che mi piace definire 'frizzante' come una bottiglia di champagne, per usare un'espressione inglese 'sparkling'.”
Quale sarà la sua idea di albergo vedendo il Timeo e il suo magnifico panorama?
“La mia idea di albergo va al di là del posto dove si va a dormire. È un posto in cui si deve mangiar bene, rilassarsi, divertirsi, insomma deve servire a star bene. Mi piace molto l'idea dell'albergo vissuto dalla gente del luogo, in questo caso dai taorminesi o dai catanesi, dai messinesi, o più in generale dai siciliani. Vorrei che diventasse il salotto della città, come è stato a Roma con il De Russie che era frequentato anche dai romani.”
Se fosse uno dei responsabili del turismo, cosa farebbe per migliorare il turismo in Italia e nel caso specifico in Sicilia?
“Il discorso è molto complesso e qualsiasi risposta sarebbe riduttiva. Posso solo dire che partirei dalla valorizzazione dei magnifici posti che abbiamo. In particolare il Sud Italia oggi offre tantissimo, sia per l'aspetto culturale sia per quello gastronomico. Basterebbe veramente poco per migliorare quello che abbiamo. Ad esempio Taormina potrebbe diventare la Montecarlo d'Italia…secondo me ci sono alcune similitudini e tutti dovrebbero fare qualcosa per una grande ambizione, un grande obiettivo. Sarebbe la molla che ci spingerebbe ad andare avanti”.
Ci dica un punto di forza e un punto di debolezza di Taormina…
“Punti di forza ce ne sono tanti, la città, il panorama, la gente. Come punto di debolezza vedo una disorganizzazione generalizzata, i trasporti. Ma trovo molti più punti di forza che di debolezza.”
M.A.P.