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Il personaggio

Leonardo di Vincenzo, Birra del Borgo, dall’Italia all’Australia

01 Dicembre 2014
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di Gianni Paternò

Di Leonardo di Vincenzo ne abbiamo parlato QUI e per quel solo dei nostri quattro lettori che non sa chi sia riassumiamo che è il creatore e patron di Birra del Borgo, il secondo per volumi birrificio artigianale nazionale, quello di ReAle e di My Antonia per capirci meglio.

Leonardo è stato a Palermo in questi giorni, ospite di ExtraHop – Beer Shop il punto vendita di Taverna Bukowski, la birroteca di Nazareno Ferrari e di Forneria Messina, il panificio con cucina ed enoteca di Giammichele Messina. Tra un bicchiere di ReAle Extra, cioè una ReAle con luppoli diversi ed in maggior quantità, un’esplosione di agrumi e di resina, nonchè un assaggio di My Antonia, dall’equilibrio tra amaro e mielato, una chiacchierata. 

Quale è la tua attività principale: fare il tecnico, il commerciante, l’imprenditore?
Stringere mani  -ha spiritosamente risposto- in realtà un pò di tutto e continuo a fare il birraio ormai specialmente in Australia dove da una joint venture con il nostro distributore locale è nato dall’inizio dell’anno NOMAD Brewing Co. un birrificio artigianale a Sidney che oltre a birre stagionali ha 3 etichette ormai stabili che presto arriveranno anche in Italia.”

Come ti trovi in Australia?
“Ormai trascorro quasi metà anno, in vari periodi, nel nuovo Continente dove è crescente l’interesse per la birra artigianale e dove c’è una grande ricchezza di particolari aromi, di spezie, di piante che rendono le birre uniche. Oggi vi è nato lo stesso entusiasmo che si è creato 4/5 anni fa in Italia per cui il mercato è in costante crescita con circa 220 produttori.”

Nelle tue vene scorre anche sangue siciliano, cosa c’è di siculo in te?
“Mio padre è di Cefalù, anche se sono nato e vissuto a Roma ogni volta che vengo in Sicilia mi ritrovo immerso in sensazioni ancestrali date dai suoi odori, dai profumi, dai prodotti dell’isola. Le arance amare che uso nelle mie birre sono rigorosamente siciliane.”
 
Come ti porgi nei riguardi del vino e dei distillati?
“Applico il compromesso storico in quanto la mia compagna lavora nel mondo del vino. Comunque spesso bevo vino. Mi avvicino con ammirazione ed interesse al settore del vino e mi piace studiare le loro tecniche per portare le sfumature del vino nella birra. Infatti la Equilibrista è fatta di mosto di vino e di birra in parti uguali che fermentano insieme, poi come in uno spumante metodo classico si aggiunge in bottiglia la liqueur de tirage per un invecchiamento in amore. Alla fine la liqueur d’expedition dopo il magico rito della sboccatura.”
 
Sicuramente preferisci la birra al vino, perchè?
“Prima di tutto è molto più divertente, come uno chef in cucina puoi dare libero sfogo alla fantasia e al tuo gusto. Sei libero concettualmente e mentalmente.”
 
L’estrema varietà di birre può creare nel consumatore disorientamento ed indecisione?
“Purtroppo questo è l’aspetto che deve essere rivisto e migliorato. Spetta a chi produce e specialmente a chi propone saper spiegare le birre e consigliarle sulla base degli abbinamenti e dei gusti del cliente. Ci vuole molta professionalità e preparazione nel servitore finale. Noi nel sito indichiamo gli abbinamenti consigliati e le caratteristiche organolettiche di ogni birra.”
 
Ci lasciamo con la speranza che queste essenziali informazioni possano essere in futuro indicate anche in etichetta.