Il suo impegno è duplice: sfornare pane buono ogni giorno e rappresentare la Sicilia nel mondo. A Giuseppe Martinez, artigiano del pane da generazioni, i confini del suo panificio in via Salemi a Trapani, stanno un po’ stretti. Lui che nel 2016 ha ricevuto una medaglia alla carriera al Sigep di Rimini, che nel 2017 è stato eletto miglior fornaio Best in Sicily da Cronache di Gusto e che dal 2021 ha tre pani, il massimo riconoscimento per la categoria dato dal Gambero Rosso, punta sempre più in alto per far conoscere l’arte panificatoria dei maestri siciliani.
L’ultima missione lo ha portato a Bruxelles, alla direzione generale della Nato, dove si è celebrato l’appuntamento annuale con la Festa dell’Europa e dove si sono dati appuntamento artigiani di 18 nazioni, ciascuno con i propri prodotti, riuniti per far degustare le varie specialità.
Nella valigia di Martinez c’era il suo pane Senatore Cappelli con lievito madre e cottura di 2 ore e mezzo “per avere la doppia crosta”, spiega e poi il pane di Salemi realizzato con tre diverse cultivar – russello, perciasacchi e tumminia – “ai quali aggiungo trigonella o fieno greco, per dare un sentore di campagna. È stata un’esperienza bellissima – racconta – ritrovarsi nel cuore di un’istituzione così importante con artigiani di tante altre nazioni”. Del resto lui non è nuovo ad esperienze di questo tipo. Già nel 2017 aveva deliziato i palati dei potenti del mondo diventando fornitore ufficiale di pane al G7 di Taormina. Archiviata l’esperienza nel cuore dell’Europa, oggi Martinez si prepara per il prossimo appuntamento internazionale che lo porterà a Cuba dove, a luglio, è prevista la Reunion internacional de panaderos e lui sarà l’unico fornaio a rappresentare l’Italia. “È un evento organizzato dal governo cubano – spiega – per fare divulgazione sull’arte della panificazione e dare una mano ai fornai cubani. Da quelle parti sono indietro almeno di una cinquantina d’anni rispetto a noi come tecniche e come strumenti di lavoro per cui il compio della delegazione sarà quello di trasferire ai locali le proprie competenze. Sarà una bella sfida perché si lavorerà solo con ingredienti e macchine locali ma sono molto contento di farlo perché rappresenterò la mia nazione e perché farò una cosa che mi piace tanto, divulgare il mio mestiere”.
Intanto, tra un viaggio e l’altro in giro per il mondo, Martinez sta lavorando ad un prodotto nuovo, quasi pronto per essere immesso sul mercato. Lo ha chiamato “pane alla trebbia” e nasce da quello che normalmente sarebbe considerato un prodotto di scarto e che per l’inarrestabile fornaio trapanese diventa, invece, una risorsa. “Questo pane è il frutto della lavorazione di tutto ciò che rimane dalla spremitura di grano e malto per produrre la birra – dice – Sono tutte fibre ottime che di solito vengono buttate via e che io, invece, impasto con una birra scura per dare vita ad un pane che è, a tutti gli effetti, ricco di fibre come quello integrale, con un indice glicemico basso e che fa bene al nostro intestino”.