Incontrare Frank Cornelissen e degustare i suoi vini è sempre un'esperienza da segnare nel taccuino.
Vuoi per la diversità, vuoi per le chiacchierate che ne fanno sempre un personaggio un po' visionario, vuoi perché sei sull'Etna. Questa volta però mentre assaggiavo i suoi vini, Frank ha cominciato a narrare una sorta di diario di bordo delle annate sull'Etna, da quando cioè questo belga è rimasto folgorato dal vulcano e ha deciso che Solicchiata doveva diventare la sua nuova patria, familiare e professionale. Ricordiamo che oggi Frank produce circa 35 mila bottiglie, nove etichette, conta su una superfice vitata di 14 ettari e una resa media per ettaro di meno di 25 quintali di uva dove il Magma, il supercru dell'azienda che fa affinare i vini nelle anfore, è ottenuto da un vigneto straordinario per bellezza dove la resa è di circa cinque quintali di uva. Segnaliamo pure che i vini, di cui parleremo prossimamente, in questi anni sono cambiati molto nello stile e nella bevibilità. Ci sembrano meno estremi e comunque l'Etna nel medio periodo ha fornito qualche spunto a Frank che si è inchinato alle volontà del territorio. Mentre una novità è che Cornelissen dalla vendemmia 2013 vorrà ricorrere alla Doc Etna per alcune sue etichette e, forse, alla Doc Sicilia, perché, sostiene, il brand Sicilia o Etna sono opportunità da cogliere per chi, come lui, esporta il 95 per cento delle bottiglie. Ecco invece il racconto delle sue annate sull'Etna. Quanti altri produttori condividerebbero queste sue note?
2001
Annata semplice, non è passata una nuvola in vendemmia, uve raccolte tra il 23 e il 25 ottobre. Tutto facile, troppo facile. Prima annata mitica, non si scorda mai. Ma è stata una illusione, i problemi sono arrivati dopo, l'Etna ammaliante poi rivela la sua natura indomabile.
2002
Scoppia la cenere, tannini troppo evidenti, sabbia sulle uve. Di tutto e di più. Nervosa, difficile. In cantina vini instabili.
2003
Stracaldo prima, tutto anticipato, poi all'improvviso quattro giorni pioggia e uno asciutto. Ho buttato l'85 per cento delle mie uve, in tutto ho fatto 1.500 bottiglie. Di cui 500 Magma.
2004
All'inizio grande annata, belle uve e sane, poi acidità elevata, maturazione difficile. Alla fine annata anomala.
2005
Botrytis, annata fredda e complicata, vini bellissimi, finezza ed eleganza. Ma niente Magma.
2006
Agosto caldo, uva bollita, rosa. Butto più del 60 per cento di uva. Un disastro. Vini densi, molto caldi. Vini rustici, non per tutti. Diventano belli solo dopo, sono vini che vogliono tempo.
2007
Annata fresca, vini con poco colore, profondità e intensità inpressionanti. Bianchi buoni, Magma speciale. In bocca intensità pazzesca.
2008
Annata troppo facile ma è quella che mi piace meno, un po' anonima, buona resa, tannino liscio, nessuna complicazione in vendemmia.
2009
Grandissima annata, complicata in vendemmia. Equillibrata però, molte piogge e molto vento. Chi aveva poca resa sulle piante ha fatto vini felici. Grandissimo Magma, bellissimo bianco.
2010
Potenziale disastro, nessun vento in vendemmia, umidità, brina, bucce danneggiate, muffa grigia, piuttosto da dimenticare, mi affido al vino del contadino e a pochi cru.
2011
Grandissima annata per il Nerello Mascalese, bianco un po' deludente, clima molto bello, equilibrato, fresco, acqua nei momenti giusti. Vendemmia in autunno per chi aveva coraggio di aspettare. Un'annata così solo ogni 10 anni.
2012
Annata molto asciutta, luglio e agosto niente acqua, alla fine concentrazione molto alta, vendemmia anticipata. E quindi concentrazione, poco Etna, molto alcol o tanti zuccheri residui o poca stoffa.
F. C.