di Massimiliano Montes
Sovrastata dal paese di Massa Marittima, nell’alta maremma toscana, sei ettari di azienda agricola sono gestiti con caparbietà e decisione da Francesca Sfondrini.
Massa Vecchia è stata fondata nel 1985 da Fabrizio Niccolaini, marito della mamma di Francesca, Patrizia Bartolini. Dal 2009 è condotta da Francesca con la partnership economica dei suoi soci Daniel e Ines Wattenhofer, Thomas Frischknecht e Rocco Delli Colli.
Votata alla naturalità, in azienda si producono circa 15.000 bottiglie di vino per anno e piccole quantità di olio di oliva, senza alcun uso della chimica sia in agricoltura che in cantina. Massa Vecchia è conosciuta per i suoi splendidi vini, tra cui La Querciola (80% Sangiovese e 20% Alicante) si staglia monumentale nel panorama dei rossi italiani. Un grande sangiovese dagli aromi floreali e fruttati intensi, che indulge ad una mineralità sottile ed elegante, ingentilito da una piccola quota di alicante.
Da segnalare anche il Bianco 2007, una rara Malvasia Bianca di Candia in purezza, secco ed avvolgente; l’Ariento, un vermentino in purezza capace di stupirti con una incredibile gamma di aromi varietali; l’ottimo Aleatico passito, un vino dolce rosso, concentrato ed espressivo.
Abbiamo incontrato Francesca a Cerea, alla fiera dei vini naturali organizzata da Giampiero Bea, dove ci ha fatto assaggiare alcune nuove annate, e l’abbiamo successivamente ricontattata per approfondire la nostra discussione sul vino.
Francesca, cosa significa per te vino naturale?
“Il vino, così come gli altri nostri prodotti, sono il frutto del nostro amore per la natura e per una realtà a misura d’uomo, lontana da quell’idea di merce prodotta per un mercato da adulare a tutti i costi. Sicuramente il vino è naturale quando non si usano in cantina prodotti enotecnici che ne snaturano il profilo originale, e quando si rispetta la vigna ed il territorio. Il vino naturale è frutto di un approcio personale alla terra: quando un produttore decide di fare la scelta etica e di vita di avvicinarsi alla sua vigna come ad un ecosistema esistente che va rispettato e assecondato il più possibile (quindi anche con pratiche consone in cantina), nasce un approccio artigianale al vino, e questo vuol dire fare una scelta verso il vino naturale”.
Ma le normative sul biologico ed i protocolli biodinamici (come quelli Demeter, per esempio) consentono l’uso di prodotti enotecnici e di lieviti selezionati, purché biologici.
“Questo è il motivo per cui noi non aderiamo a queste certificazioni. I nostri metodi sono sicuramente più restrittivi di quelli certificati. La nuova normativa europea sul vino biologico è un pasticcio nato per agevolare le grandi aziende. Consentirà di riconvertite una parte delle coltivazioni per potersi fregiare in etichetta della dicitura “biologico”, e cercare di entrare in competizione diretta con i vini artigianali. Credo che la cosa più importante sia l’intenzione del produttore. Se un produttore inizia a coltivare o a produrre vino con metodi biologici o biodinamici con l’intenzione di ottenere nel giro di qualche anno un prodotto più naturale possibile, bisogna consentirgli nelle fasi iniziali qualche strappo alla regola. Le fasi iniziali sono di apprendimento e necessitano di una maggiore libertà. Se invece l’intenzione del produttore è quella di ottenere un minimo di certificazione, magari perché il mercato lo richiede, continuando però a produrre con metodi di fatto poco naturali, bisogna contrastarla vivacemente”.
Il mercato dei vini naturali non vede crisi, a differenza dei convenzionali. Come lo spieghi?
“Non posso parlare per tutti i produttori naturali, ti posso raccontare della mia azienda. Noi vendiamo ad una clientela di nicchia. I nostri clienti comprano direttamente in azienda, preferiamo la vendita diretta con spedizione a domicilio. Spesso ci vengono a trovare e non è inusuale ricordarsi di loro singolarmente. Già questa è una risposta: la nostra nicchia non risente delle fluttuazioni del mercato. Infine noi produciamo il vino per passione. Nei nostri vini si sente tutto il nostro amore, oltre che una percezione profonda del territorio e delle varietà. Tutto questo la gente lo capisce”.
Chi sono i tuoi soci e da quando sono entrati nella gestione di Massa Vecchia?
“Quando Fabrizio, il marito di mia madre, decise di ritirarsi avevo dei progetti che richiedevano notevoli risorse finanziarie. Daniel, Ines, Thomas e Rocco si sono offerti di aiutarmi in cambio di una parte della produzione. Sono dei cari amici che credono fermamente nella filosofia aziendale e nella possibilità di un’agricoltura non necessariamente vincolata al mercato”.
Soc. Agr. Massa Vecchia
s.s. di Francesca Sfondrini e C. – località Massa Vecchia
58024 Massa Marittima (Gr)
Tel. 0566 903885
www.massa-vecchia.com – az.agr.massavecchia@gmail.com