di Ambra Cusimano
Danilo Conti racconta della sua vita, della sua passione per le Eolie e della sua “visione” del vino.
Nato a Messina e cresciuto a Lipari, Danilo ama questa isola ed è molto attivo sia dal punto di vista sociale che culturale. Crede fermamente nelle potenzialità di questo territorio tanto da decidere di investire in diverse attività con la speranza che presto l’isola possa uscire dal torpore che ormai da troppi anni la pervade. “Ho studiato veterinaria all’Università di Bologna nonostante i miei genitori fossero contrari – racconta – Proprio a Bologna è nata la passione per il vino, mentre frequentavo un corso di equitazione. I proprietari producevano vino e in quel periodo ho fatto il primo corso di sommelier. Questa curiosità è nata un po’ per gioco. Successivamente ho fatto un viaggio a Montalcino dove è sbocciato l’amore per questo mondo. Tra le tante cose sono stato istruttore subacqueo, skipper in barca a vela e ristoratore per dieci anni presso le Cantine Stevenson a Vulcano. Tornato a Lipari ho aperto un ambulatorio veterinario, ma sapevo di dover realizzare qualcosa di diverso. Così ho inaugurato l’enoteca “San Bartolo Vineria & Dispensa”, tuttora aperta, con la quale facevo anche distribuzione per le varie attività presenti sulle isole”.
(Isola Nera San Salvatore e Isola Bianca)
Oggi Danilo Conti produce vino sull’Isola di Lipari seguendo un processo antico e tradizionale, ma con piccoli accorgimenti per la ricerca dell’eleganza. Attualmente i vini prodotti sono tre: Isola Bianca, una Malvasia Secca in purezza, Isola Nera, blend di Corinto Nero da vigna prefillossera e Alicante Bouschet; Isola Nera San Salvatore, invece, viene prodotto utilizzando Nocera, Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese. I vigneti dei primi due sono certamente quelli più interessanti. Le viti sono coltivate in un ettaro di terreno all’interno di un antico cratere a Fossa del Monte, conosciuta per essere vocata alla produzione del Corinto Nero alle Eolie. In contrada San Salvatore sono presenti invece tre ettari vitati in comodato d’uso. A causa delle piccole dimensioni dei terreni le bottiglie prodotte si aggirano intorno alle 1.500 l’anno, salvo imprevisti.
(Il vitigno nel cratere)
“Avevo 14 anni e stavo risalendo la strada con il motorino quando ho scoperto questo cratere e ne sono rimasto del tutto affascinato – dice Danilo – Nel 2010 ho acquistato una parte del terreno dal nonno di un vecchio compagno di scuola”. Il primo impianto risale proprio al 2010, ma solo nel 2016 è uscito il primo bianco. “Se le annate non sono al 100% preferisco non produrre – afferma Danilo – La vendemmia delle uve avviene rigorosamente all’alba, quando ancora fuori è fresco, ed entro le 11 tutto deve essere portato in cantina. L’uva deve arrivare fresca senza iniziare quei processi di microfermentazione che portano poca eleganza al vino in un secondo momento”.
(Il vigneto San Salvatore)
Isola Bianca fa un giorno e mezzo di macerazione sulle bucce e successivamente viene messo all’interno di un uovo Nomblot di cemento della Borgogna. Il cemento è naturale non vetrificato. E’ spesso 15 centimetri quindi non vi sono grandi sbalzi termici, vibrazioni o scariche elettriche. Crea inoltre movimenti convettivi molto naturali e morbidi durante la fermentazione. Per la fermentazione vengono utilizzati lieviti indigeni con un minimo di solforosa aggiunta. Rimane un anno all’interno dell’uovo ed alla vendemmia successiva viene travasato in acciaio. In seguito fa tre o quattro travasi fino a quando tutto il sedimento tende a scomparire. Non vi sono stabilizzazioni termiche o fisico-chimiche. All’imbottigliamento non vi è alcuna filtrazione.
(Vigneto Fossa del Monte)
Isola Nera di contro, fa 21 giorni circa di macerazione. Viene torchiato con torchio a mano e trasferito in botti in rovere di terzo o quarto passaggio. La vendemmia successiva anche lui passa in acciaio per iniziare il processo di decantazione statica. L’imbottigliamento in entrambi i casi è manuale, così come la tappatura, l’etichettatura e la messa in posa della gomma lacca. Isola Bianca e Isola Nera sono espressione del territorio sul quale si trovano i vigneti. Sono vini “esplosivi” proprio come un vulcano.