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Il personaggio

Bulgheroni, il petroliere che ama il vino: e in Toscana ha già speso 125 milioni di euro

02 Marzo 2018
bulgheroni bulgheroni


(Alejandro Bulgheroni – ph corriere.it)

Una storia di passione certo, ma anche di soldi, petrolio e vino che si mescolano per farne quasi un film. Stiamo parlando di Alejandro Bulgheroni, miliardario argentino raccontato da Luciano Ferraro per il Corriere della Sera. 

La sua è una storia di investimenti che oggi, molti “comuni mortali” si sognano di poter fare. Lui dice che con il petrolio non si divertiva più. Per questo si è “buttato” su vino, cantine, olio e frantoi. In Toscana, mica in una regione italiana qualunque. 74 anni, un patrimonio stimato di 3,5 miliardi di euro, Forbes lo ha inserito nell'elenco dei 60 uomini più ricchi del mondo. Ha speso 125 milioni di euro. Possiede 330 ettari di filati tra Montalcino, Bolgheri e il Chianti Classico. Le sue etichette si sono moltiplicate: da 4 a 27. Le aziende: Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri. Ottocentomila bottiglie e un fatturato di 5 milioni. Alla guida della divisione italiana della Alejandro Bulgheroni Family Vineyar c’è un suo compagno di classe, Enrique Almagro. Ama l'Italia, soprattutto la Toscana, La prima azienda acquistata è Dievole, a Castelnuovo Berardenga, una tenuta del 1090. Possiede tenute anche in Argentina, Uruguay (Bodega Garzòn), Australia, nella californiana Napa Valley e a Bordeaux. L'ultimo acquisto a Bolgheri, nei terreni in cui c’erano gli Antinori. Sono state riconvertite le vigne. Biologico al cento per cento, niente utilizzo di barrique. Si usano solo vasche di cemento e botti grandi. Bulgheroni compra vigneti ma anche pezzi di storia. Poggio Landi, ad esempio, apparteneva a Stefano Cinelli Colombini della Fattoria dei Barbi, antica famiglia di Montalcino. Accanto alle cantine apre camere più o meno lussuose per gli enoturisti. Sono già pronte a Podere Brizio e a Dievole.

C.d.G.