Il locale palermitano di Giuseppe Ingrassia ha intercettato un pubblico di consumatori esigenti. E anche in questo momento con il delivery garantisce buone bevute a casa. Tra etichette rare e narrazione tante le prospettive di sviluppo anche per chi le produce
di Francesca Landolina
La sua passione per le birre artigianali nasce diversi anni fa. “In famiglia avevamo un’enoteca in città e fui io ad iniziare una piccola selezione di birre artigianali in bottiglia. Rimasi sempre più attratto dal mondo dei birrifici e dalla birra e nel 2015 decisi di aprire il mio locale”. A raccontarci il suo “vivere” di birra è Giuseppe Ingrassia, titolare di Stout Beer Shop & Pub, locale esclusivo per gli appassionati di birra, in piazza Raffaele Busacca a Palermo. Giuseppe, in questi giorni, non si è fermato perché col suo servizio delivery sta continuando a portare nelle case dei palermitani le sue birre, con le dovute attenzioni e nel massimo rispetto delle misure ministeriali introdotte per contenere il contagio da Coronavirus. “Non mi sono fermato e scopro che la birra di qualità, seppur non sia un bene di prima necessità, è una sorta di piccolo piacere al quale non si rinuncia”. Non è del resto il binomio pizza & birra il massimo del comfort food? “Ho aperto il mio locale, che è anche un pub, perché volevo portare all’attenzione dei palermitani il mondo delle birre artigianali, ancora poco conosciuto. Sono trascorsi già cinque anni e, nel tempo, la percezione di qualità della birra artigianale è cresciuta sensibilmente da parte dei consumatori”.
La conoscenza delle birre è ancora una prateria immensa da esplorare. Nella cultura siciliana, del resto, dominano il vino e la viticultura, ma i trend del mercato e il proliferare dei piccoli birrifici, italiani e siciliani, sembrano avviare una nuova prospettiva. “Ci sono due tipi di consumatori tra i nostri clienti – afferma Giuseppe Ingrassia -, quelli più informati, soprattutto attraverso i social (i birrifici non hanno risorse tali da investire in comunicazione con canali più convenzionali), e che sanno ciò che vogliono, e quelli poco informati ma curiosi, che si lasciano condurre nella scelta”. Un pubblico sempre più attento ma composto in linea di massima da giovani adulti. “Grazie al costante lavoro di promozione e di informazione, che facciamo insieme ad altri colleghi, si avvicinano sempre di più i giovani, e questo fa ben sperare. Le nuove generazioni sono più attente al bere bene. Teniamo conto però del prezzo. Resta chiaro che non tutti i giovani e i giovanissimi, in particolare, sono disposti a prendere una birra da 33 centilitri a 6 euro. Se vai alla Vucciria, nel centro storico della città, nei locali, con 20 euro o meno ti fai la serata. Ma le cose possono cambiare, e il target di giovani adulti resta quello più desideroso di conoscere di più”.
Il locale di Giuseppe è una birreria indipendente specializzata in birre artigianali da tutto il mondo.“Facciamo da beer shop e da pub. Abbiamo 5 spine, una pompa inglese per le birre alla spina, circa 150 etichette che selezioniamo a rotazione, variandole durante l’anno. Bisogna variare anche perché ci sono alcune tipologie di birra che hanno una scadenza di 4 mesi, per esempio quelle più fresche, luppolate, vanno consumate presto per apprezzarne le caratteristiche organolettiche”. Tra le più esclusive e ricercate Giuseppe cita quelle di Cantillon, uno dei birrifici più apprezzati per le lambic in Belgio, di Hammer nel bergamasco, di Yblon nel ragusano, in Sicilia (che tra l’altro ha avuto il Best in Sicily 2018 come Migliore Birrificio), e di Lambrate a Milano.
Le stesse etichette oggi Giuseppe le consegna a casa. “Pubblichiamo sui social le nostre offerte e i relativi prezzi e procediamo alle consegne – racconta – Sta andando bene. In realtà abbiamo notato che ci contattano clienti nuovi, non solo i fidelizzati, più persone vogliono provare le birre artigianali che vendiamo e in molti sono disposti a spendere qualcosa in più. Faccio un esempio, con una spesa minima di 25 euro hai sei birrette da 33 cl. E vi assicuro che ci si diverte”. Quale sarà il futuro di questo comparto? “Non trascuriamo che siamo un paese a forte connotazione vinicola, il comparto è giovane e ha ampi margini di crescita. Continuiamo a fare promozione dal basso. Per quanto mi riguarda ci saranno novità presto, un nuovo progetto che porterà ancora di più alla conoscenza della birra artigianale. Ma non voglio svelare nulla al momento. Amplieremo anche la selezione”. Giuseppe è felice quando parla del suo mondo, che gli ha regalato tante gioie condivise come quella volta all’EurHop Roma Beer Festival, la manifestazione più attesa del settore. “Un po’ come il Vinitaly per il mondo del vino – ci spiega – Mi manca quella fiera. Ho ricordi bellissimi di assaggi, incontri e di clima festaiolo, come solo il mondo della birra sa regalare”.