di Maristella Vita
Nonostante il traguardo dei 92 milioni di bottiglie nel 2020, raggiunto grazie al colpo di reni assestato coi botti per le feste di fine anno, nuova battaglia della guerra delle bollicine più nobili del Prosecco.
In palio, le poltrone nel Consiglio del Consorzio della Docg Conegliano-Valdobbiadene. Consiglio di amministrazione che si riunirà, forse anche oggi, per chiedere ufficialmente al Ministero dell’Agricoltura la corretta interpretazione in merito ai rappresentanti da eleggere nella prossima assemblea. I cosiddetti ribelli si oppongono all’idea che nel prossimo Consiglio dovrebbero cedere i loro posti ai viticoltori che salirebbero così a 4, e agli imbottigliatori (6 seggi), scendendo a 5 rappresentanti. Le Cantine sociali, quelle di Vittorio Veneto e Conegliano, dei Colli del Soligo e la Produttori di Valdobbiadene, non ci stanno. Ricordano di rappresentare 1.600 viticoltori (sui 1.752 soci del consorzio), il 60% della produzione totale di uva (quindi il 42% della produzione, e 100 milioni di bottiglie, un quinto del totale). Va anche sottolineato che lo scontro non è solo verbale, gli avvocati sono al lavoro; già due cause civili sono state depositate presso il tribunale di Treviso, finalizzate alla revoca delle delibere dei mesi scorsi sul cambio di ripartizione dei seggi. E come soluzione circola l’ipotesi di riscrivere lo statuto prima del voto. Su piatto anche la Presidenza. Ormai è passato un anno dalla scadenza naturale del mandato del Presidente Innocente Nardi, ma quanto in ballo, anche a causa della pandemia, sembra allontanare la possibilità di far votare all’Assemblea (in presenza) un nuovo Cda e un nuovo Presidente.