Ci sarebbe anche la particolare situazione meteo tra le cause della propagazione della peronospora, un parassita che sta distruggendo una parte di coltivazione del basilico.
A spiegarlo è il presidente di Cia, Confederazione Italiana dell'Agricoltura. «Questa coltivazione ha una sua tipologia, ambiente protetto con temperature costanti e elevate – spiega Ivano Moscamora, presidente di Cia – ma con un grado di umidità piuttosto alto il fungo ha trovato il massimo della potenzialità di sviluppo. Ad ora ci sono poche soluzioni e per questo le organizzazioni dei coltivatori stanno insistendo con il ministero per avere interventi specifici».
«Gli studiosi hanno notato che la propagazione del fungo avviene attraverso la sua forte persistenza all'interno del seme – prosegue Moscamora – e questo è un fenomeno abbastanza nuovo per questo tipo di malattia e non facilmente trattabile». A preoccupare è il danno alla produzione. «Con questa situazione – conclude Moscamora – ci troviamo di fronte aziende che denunciano danni per almeno un terzo della loro produzione».
La Regione Liguria è pronta a sostenere la richiesta presentata dai coltivatori liguri al ministero della Salute per l'utilizzo dei fitofarmaci in grado di salvaguardare le coltivazioni di basilico sul territorio aggredite da un fungo killer. Lo dice l'assessore regionale all'agricoltura Giovanni Barbagallo alle prese, insieme a tutti i tecnici del dipartimento, con il problema della peronospora, un fungo di origine africana che sta mettendo in pericolo le coltivazioni di basilico e la produzione del pesto ligure.
«Si tratta di un problema serio di cui ci stiamo occupando – spiega Barbagallo – la Regione è al fianco dei coltivatori di basilico affinchè il Ministero si impegni nell'approvazione tempestiva di una gamma di fitofarmaci in grado di debellare il fungo che da quasi 10 anni è presente nelle nostre coltivazioni e che ora tende a essere resistente ai pochi fitofarmaci già approvati negli anni scorsi».
Nella battaglia contro il fungo killer, accanto alla Regione Liguria ci sono anche l'Emilia Romagna, il Veneto la Campania, il Lazio e altre regioni del sud Italia che coltivano basilico in pieno campo, destinato all'industria. «Con il lavoro fatto negli anni passati – afferma Barbagallo – l'infestazione di quest'anno è inferiore a ciò che abitualmente avviene alle coltivazioni di basilico. Gli agricoltori hanno imparato a governare questa malattia e quindi a ottenere discreti raccolti, ma serve un intervento tempestivo da parte dei Ministeri in quanto il rischio è quello di compromettere il raccolto di quest'anno e di mettere a rischio la sopravvivenza di numerose aziende e di posti di lavoro».
C.d.G.