La tenuta di Castel in Francia e Dahozi Li con Robert Parker al Wine Future di Hong Kong
Agguerriti per tutelare il proprio marchio sono anche i cinesi.
Tanto che non è andata bene per un'azienda vinicola francese. Si tratta di una violazione di marchio a causa di un'assonanza fonetica. Protagonisti di questa causa finita in tribunale sono da un lato Li Daozhi, imprenditore spagolo.cinese che ha fondato la casa di distribuzione Panati Wine Co per introdurre nel Paese vini importati dalla Spagna e di un'altra società, lanciata dieci anni dopo, nel 2008, specializzata nella commercializzazione di vini francesi con nome di Cavesmaitre Wine Co e con il marchio Kasite (卡斯特). Questo è stato registrato nel 1998, che in cinese, appunto foneticamente, corrisponde alla parola Castel. E proprio Castel, uno dei più grandi produttori ed esportatori di vino e birra francesi ha aperto in Cina nel 1999 una società di imbottigliamento per presidiare e sviluppare il mercato.
La coesistenza dei due nomi in questo settore diventa insostenibile. Così giunge ai titolari francesi l'invito a rinunciare al marchio. La risoluzione prende le vie legali. Nel 2012 si arriva ad una conclusione, si esprime la Corte d'Appello di Wenzhou condannando la Castel a risarcire 33,73 milioni di dollari (ne erano stati richiesti da Lì ben 40). Sentenza che poi è stata portata dinnanzi alla Corte Suprema di Zhejiang la quale ha confermato il verdetto con in più l'obbligo delle pubbliche scuse. Adesso il Gruppo Castel ha annunciato l'apertura di una nuova sede cinese con marchio Kasidaile (卡思黛 乐).
Oltre il danno la beffa, verrebbe da commentare. Perché proprio Li ha registrato in Cina marchi prestigiosi e da noi tutelati come appunto Castel, Lafite, Mouton, Penfold e Diageo, per le leggi cinesi non passibile di denuncia. Inoltre Li è stato anche main sponsor al Wine Future di Hong Kong che richiama tutti i più grandi professionisti e guru del vino, tra cui Robert Parker, che in Asia è un'icona.