Quella immagine famosa di Totò, mentre mangia gli spaghetti e se li mette in tasca, la scena più iconica del film “Miseria e nobiltà” del 1954, tratto dall’omonima opera teatrale di Eduardo Scarpetta del 1888, con l’attore napoletano che interpreta Felice Sciosciammocca, non potrà più essere sfruttata per pubblicizzare ristoranti o altri prodotti gastronomici.
Gli eredi del celebre attore e poeta napoletano Antonio De Curtis hanno chiesto alle attività commerciali di tutta Italia di non utilizzare il nome e l’immagine del grande artista per fini di lucro. Un intervento, quello messo in atto dagli eredi, volto a tutelare la figura dell’illustre comico, ma destinato a impattare, in primis, su pizzerie e ristoranti che, in numero rilevante fino a oggi si sono avvalsi della figura del “principe della risata”. “È una questione di rispetto per mio nonno – ha spiegato la nipote Elena De Curtis a Il Messaggero – Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine”.
Gli eredi di De Curtis, mediante i propri legali, hanno chiesto la cessazione dell’utilizzo del nome e delle immagini di Totò nella denominazione sociale, nei segni distintivi, nei siti web e negli indirizzi di posta elettronica; la distruzione di tutti i prodotti, sia strumentali sia pubblicitari, realizzati utilizzando il nome e le immagini dell’artista la disattivazione e cancellazione degli account social media nonché del nome a dominio contenenti riferimenti a Totò; l’oscuramento del sito internet o, in alternativa, la revoca, da parte della registration authority italiana, dell’assegnazione del nome a dominio, con conseguente trasferimento in favore dei ricorrenti, si legge nell’ordinanza.
Negli scorsi mesi, a fronte delle esplicite richieste da parte degli avvocati degli eredi, molti esercizi commerciali hanno provveduto a cambiare i riferimenti a Totò. Le comunicazioni si sono intensificate a seguito di un’ordinanza cautelare emessa lo scorso giugno dal Tribunale di Torino, che ha precisato che “l’utilizzo dell’altrui nome ed immagine, aspetti della persona e della personalità tutelati anche a livello costituzionale, è lecito esclusivamente se si è previamente ottenuto il consenso dal titolare o, in sua assenza, da coloro che abbiano un interesse al nome fondato su ragioni familiari degne di essere protette”. Pertanto, è stato stabilito che l’uso del nome e dell’immagine di Totò senza consenso costituisce illecito.