di Giorgio Vaiana
C’è già un mini-terremoto all’interno del neo-eletto Cda della Fivi, capitanata adesso da Lorenzo Cesconi che ha preso il posto di Matilde Poggi.
Ha lasciato l’incarico, infatti, Walter Massa, uno dei padri fondatori proprio dei vignaioli indipendenti. Massa era stato eletto qualche giorno fa all’interno del Cda. Ma lunedì scorso, alla prima riunione, non c’era. Al suo posto Andrea Pieropan, figlio del celebre Leonildo scomparso nel 2018. Pieropan, tra l’altro, subentra ad Andrea Picchioni, il primo dei non eletti che avrebbe dovuto prendere il posto di Massa, ma che ha rifiutato l’incarico. “Ho rinunciato al ruolo di consigliere perché i vignaioli hanno scelto la continuità ed è giusto ascoltare il voto democratico”, dice Massa spiegando che il voto accontenta la maggioranza dei circa 1.400 soci Fivi. Era stato proprio il sistema di voto al centro del dibattito: “Siamo riusciti ad evitare con l’ultima modifica dello statuto, grazie soprattutto al lavoro di Michele Fino, quello che successe durante le elezioni del 2019 – spiega il vignaiolo di Monleale – In un’associazione come Fivi non ci possono essere spaccature”. Massa si definisce “personaggio ingombrante”, ma non accetta di essere additato come un vignaiolo che va “contro Fivi o che vuole distruggere la Fivi”. “In oltre 50 anni di lavoro nei campi e nella vigna non ho mai tradito la terra. E gli uomini che hanno lavorato con me – spiega – Chi è chiamato a governare non dovrebbe considerare “contro” quelli che criticano in maniera propositiva”. La sensazione è che l’attacco sia non solo al neo-presidente Cesconi, ma anche all’ex Matilde Poggi. “L’obiettivo più importante per me resta la codifica e la regolamentazione della figura del viticoltore e del vignaiolo, a tutti i livelli – spiega Massa – Sono conscio che si tratta di una partita titanica, ma il vignaiolo deve potere “ostentare” la propria dignità. Sono convinto che il tempo è giudice e galantuomo”.
Poi Massa prosegue: “Il mio impegno per questa Fivi sarebbe stato mettere a disposizione questi miei 45 anni in prima linea, 143 anni di azienda, il percorso di quattro generazioni – dice – Mi sono messo a disposizione di una Fivi che ho contribuito a fondare, che ho visto crescere e ho servito per 13 anni. Questo per recuperare i tanti vignaioli affermati che negli ultimi tre anni hanno perso la fiducia in Fivi e per dare sicurezza ai giovani che vedono il loro futuro nella terra e non solo nel vino”. Poi un passaggio che farà discutere: “La mia candidatura – dice Massa – è stata voluta e sostenuta da questi vignaioli e dai tanti che hanno contribuito a scrivere il programma mio e di Cesare Corazza, Celestino Gaspari, Andrea Picchioni, Simona Fino, Pietro Monti, Enza La Fauci e Claudio Conterno. Questi ultimi due sono stati invitati ad abbandonare prematuramente la competizione elettorale”. Massa non spiega meglio. “I giovani vignaioli, gli under 40, non devono aspettare di avere 60 anni per ammodernare la propria cantina, devono poterlo fare oggi e con una serenità economica garantita da una grande e credibile organizzazione – prosegue – Fivi deve avere strumenti tecnici d’avanguardia, come un proprio osservatorio economico, un proprio tavolo enologico permanente e un tavolo agronomico per trattare i temi di nuovi parassiti, nematodi e altri nuovi insetti che da circa un lustro minacciano i vigneti nel rispetto della vigna e dell’ambiente. Queste e altre erano le idee che portavo in Fivi, idee che avrebbero fatto sicuramente discutere. Ma per poter cambiare le cose non basta Walter Massa, c’è bisogno della squadra.
La gente che mi dimostra stima e che continua ad apprezzare il mio pensiero e il mio lavoro non manca. Solo per solo, preferisco muovermi in autonomia, continuare a dare un senso a nuovi progetti nati come la Fivi da i sogni di “quattro amici al bar”. Sono contento che nel Consiglio sia rappresentata la Calabria con il vignaiolo Francesco Maria De Franco e apprezzo i nuovi consiglieri con i quali ho avuto già modo di confrontarmi, dal laziale Ludovico Botti alla toscana Monica Raspi, dal giovane piemontese Pietro Monti all’altoatesino Stefan Vaja. Andrea Pieropan, oltre a onorare il grande Leonildo con il lavoro in azienda, di certo lavorerà per affrancarne il “di Lui” Fivipensiero”.
“Io in questo momento posso solo rispettare la scelta che ha fatto Walter – dice il presidente di Fivi Lorenzo Cesconi – Ci siamo anche sentiti e mi ha ribadito le motivazioni della sua decisione. Mi dispiace che l’abbia fatto prima che si entri davvero nel vivo delle cose, visto che avevamo fatto appena una riunione. Non posso sapere le reali motivazioni, ma credo che esuli dalle vedute di Fivi”. Sulla polemica dei due candidati “invitati ad abbandonare la competizione elettorale”, Cesconi precisa: “Nessun caso, ve lo assicuro – dice – Nessuno ha mai chiesto ad altri di rinunciare alla candidatura. Queste sono arrivate volontariamente e anche volontariamente sono state ritirate. Su Conterno erano sorti questioni interne visto che ha altri ruoli istituzionali ed avevano discusso con l’ex presidente Matilde Poggi sul merito della cosa, che poi si è risolta con il buonsenso. La Fauci ha ritirato spontaneamente”.
Ora per Cesconi il debutto ufficiale in veste di presidente al Vinitaly: “Fivi è un ambiente che conosco, lo frequento da oltre 9 anni – dice – Sento adesso ancora di più il carico di responsabilità. Sono onorato del ruolo che mi è stato affidato, ma percepisco anche l’onere di rappresentare oltre 1.400 vignaioli. Sono certo che adesso possiamo guardare ancora più lontano. Da un lato c’è una pandemia che pare essere alle battute finali, con i vignaioli che hanno retto bene la crisi. Dall’altro non vi nascondo un po’ di incertezza dovuta al conflitto Russia-Ucraina. Ci sono, e lo vediamo, anche ripercussioni sull’economia nazionale e questo ci preoccupa. Ma siamo fiduciosi. Ci aspettiamo un Vinitaly diverso, per forza di cose. Ci saranno meno persone e mi auguro che queste siano super-qualificate. La fiera alla vecchia maniera ormai è solo un ricordo. Ma credo che anche la percezione della gente verso le fiere stesse sia cambiata. Sarà tutto da scoprire. L’entusiamo c’è, così come la voglia di partecipare e questa è una cosa importante. Le premesse sono buone”.
A subentrare come nuovo consigliere, Andrea Pieropan, figlio del celebre Leonildo: “Avevo già partecipato al primissimo consiglio quando la Fivi nacque nel 2008. Poi per impegni familiari, ho dovuto rinunciare alla vita diciamo “politica”. Stavamo vivendo momenti di transizione in azienda e non riuscivo anche a gestire gli impegni in Fivi. Mio padre, allora, proseguì senza di me. Poi, la malattia gli impedì di andare alle riunioni, fino alla scomparsa di 4 anni fa. Non sono riuscito a subentrare subito, perché avevo promesso a mio padre che avrei completato i lavori per la nuova cantina”. Lavori finiti proprio lo scorso anno: “Lui non ebbe la fortuna di terminarla – dice Andrea – E io non mi sono voluto caricare di un ruolo, nella Fivi, che non avrei potuto svolgere al meglio. Adesso che tutto è a posto, mi sono rimesso in discussione e in gioco e sono pronto a svolgere il mio ruolo da consigliere nel migliore dei modi possibile nel segno e nella continuità di papà”. Sul caso Massa: “Non sono il tipo abituato a parlare di altre persone – dice – Lui ha dato delle spiegazioni. Posso solo dire che dispiace quando una persona come lui, che ha contribuito a creare un gruppo importante e che ha seguito tutte le nostre vicende sin dall’inizio, lasci in questo modo. Le motivazioni, poi vanno capite, ma le può fornire solo lui”. E sul Vinitaly: “C’è attesa, è vero – dice – ma il clima è un po’ oscurato dalla guerra e questo non ci può lasciare indifferenti. Non so che atmosfera ci sarà, a dire il vero. Alcuni importatori, anche importanti, hanno deciso di rinunciare al viaggio. Ma credo che alla fine, il messaggio giusto da comunicare, è quello che il Vinitaly si fa. Non so però se ci sarà il classico clima di festa e piacevolezza che contraddistingue sempre questo evento”.