A sostenerlo davanti al tribunale un gruppo di vigneron e il suo cavallo
Un vigneron della Loira contro una denominazione.
In Francia esplode un altro caso, dopo quello di Emmanuel Giboulot, che vede imputato davanti alla corte un produttore che fa biodinamica e che rischia 5mila euro di multa. Pena riconosciuta dallo stesso imputato però, il quale dopo essere uscito dalla denominazione Anjou, ha utilizzato in etichetta la parola dell'antica provincia francese blindata e utilizzabile solo da chi rispetta il disciplinare di produzione dell'Aoc. La regola infranta da Olivier Cousin, che produce poco più di 2mila bottiglie, ha scatenato da un lato le ire dei produttori che imbottigliano con la certificazione e dall'altro petizioni on line da parte dei colleghi sostenitori e da chi simpatizza per chi fa vini naturali. Non è mancata la mobilitazione. Davanti al tribunale di Angers, dove si è tenuta l'ultima udienza è stato organizzato un sit in per dimostrare vicinanza a Cousin, e tra i manifestanti c'era anche il suo cavallo, che come riporta la cronaca locale, è salito sui gradini dell'ingresso principale per dare un saluto al suo padrone.
La presa di posizione di Cousin nei confronti dell'Aoc è dura e condivisa da chi seguie il regime biologico o biodinamico e l'utilizzo del nome Anjou un puro atto di provocazione a difesa del proprio territorio. Infatti, secondo il piccolo produttore la denominazione non garantisce la qualità e non rispetterebbe la natura stessa, consentendo l'uso di 134 sostanze chimiche. Come lui stesso ha dichiarato al giudice e alla stampa: “La denominazione ha ridotto la viticoltura nella valle della Loira ad un'agricoltura industriale meccanizzata e con fertilizzanti”. Uno scempio per Cousin che sintentizza con la battuta “prima ci facevamo il bagno nel fiume Layon, adesso se ci bagnamo nelle sue acque è solo perché ci cadiamo dentro”. La sentenza finale sulla colpevolezza di Cousin è prevista per il prossimo 7 giugno.