L’azienda marsalese dice no allo stand. La controproposta dell’ente: un evento fuori dalla fiera
Giovanni Mantovani ed Emilio Ridolfi
Niente mega stand dentro il padiglione 2, quello riservato alla Sicilia.
Ma piuttosto un evento fuori dalla fiera organizzato con Veronafiere e poi una presenza nello spazio di Luca Maroni (Trendy oggi, big domani). Il no della Pellegrino ad essere presente al Vinitaly nella stessa formula degli anni passati non è passato inosservato. La paura di un effetto domino ha scosso i vertici di Veronafiere con Giovanni Mantovani in testa, il direttore dell’ente. I quali non solo si sono precipitati a Marsala ma hanno cercato di non perdere un cliente importante. Proponendo qualcosa che servisse ad assestare il colpo.
E così ecco un evento creato per l’occasione a Verona nei giorni del Vinitaly ma fuori dalla fiera (si chiamerà «DrinkItaly») e la presenza nello spazio di Maroni. Con una spesa infinitamente inferiore a quella degli altri anni. E non ci sarà – come annunciato qualche settimana fa da Cronache di Gusto – la presenza tradizionale, quella più significativa che ha contraddistinto la partecipazione della Pellegrino al Vinitaly. Tanto che lo spazio destinato fino allo scorso anno all’azienda marsalese è finito quest’anno a una cantina sociale, la Ctr di Trapani, e l’Istituto vite e vino ha con qualche difficoltà coperto l’area rimasta vuota dentro il padiglione 2.
Per la Pellegrino, ampiamente corteggiata da Veronafiere, sarà comunque un modo per presentare due nuove etichette, come spiega il direttore commerciale Emilio Ridolfi: il Dianthà (dal greco: fiore divino), un bianco da uve Grecanico e una punta di Malvasia, un po’ petillant e destinato ad essere un principe dell’happy hour e, soprattutto, un Marsala ambra semisecco annata 1985 che si annuncia come uno dei vini da non perdere. Tra l’altro proprio questa tipologia di Marsala mancava nel portafoglio delle referenze. Ora la lacuna è colmata. E si potrà assaggiare anche a Verona. Ma non al padiglione 2.
C.d.G.