Il comitato nazionale vini è rimasto bloccato dall'impasse politica post elezioni. Al nuovo ministro il compito di nominare il presidente. Le indiscrezioni sui tre componenti in quota Mipaaf
(Gianluigi Biestro, Antonella Bosso e Luigi Moio)
Sarà uno dei primi provvedimenti che Gian Marco Centinaio dovrà adottare nella veste di nuovo ministro delle Politiche Agrarie.
Sul tavolo del ministero infatti c'è la nomina del nuovo presidente del Comitato nazionale Vini scaduto da alcuni mesi e non rinnovato da Maurizio Martina prima che lasciasse l'incarico per assumere la guida del Partito Democratico. Oltre a quella del nuovo presidente, Centinaio dovrà anche nominare i tre esperti di nomina ministeriale che andranno a definire l'organismo composto complessivamente da 18 componenti. Alcune indiscrezioni indicano in Gianluigi Biestro, Antonella Bosso e Luigi Moio (l'unica vera new entry nel comitato), i tre nomi che indicherà il ministero mentre è buio fitto sul nuovo presidente che prenderà il posto di Giuseppe Martelli. L'incarico sarà affidato per tre anni.
Ma al di là delle nomine c'è anche un aspetto pratico che investe il comitato nazionale vini. A causa della mancata nomina da parte dell'ex ministro Martina e alla lunga impasse post elettorale giacciono negli uffici ministeriali ben 32 richieste di modifica dei disciplinari tra cui anche istanze per la creazione di nuove Doc. In quest'ultimo caso quello del comitato nazionale vini sarebbe un parere che poi avrà bisogno del sì definitivo di Bruxelles. Ma la maggior parte di tratta di richieste che avrebbe bisogno di un esame del solo comitato nazionale vini. Magari piccole revisioni ai disciplinari che però sono molto attese dai consorzi e quindi dai produttori. Ed ecco l'impiccio. Le modifiche andranno esaminate entro il 2 agosto prossimo, altrimenti non potranno essere recepite per la prossima vendemmia. Mancano due mesi all'incirca e c'è il reale timore che, a conti fatti, alcune richieste non potranno essere valutate dal Comitato prima dell'inizio della stagione vendemmiale. Tuttavia gli uffici ministeriali stanno cercando un escamotage che consentirebbe di evitare la scadenza del 2 agosto. Basterebbe un decreto a firma del direttore generale Saverio Abbate che, vista l'eccezionalità del caso dettata dalla paralisi politica, prorogherebbe l'esame delle pratiche con modifica dei disciplinari al 31 dicembre in modo da farle rientrare nella prossima vendemmia laddove possibile. Ma tutto questo sarebbe vano se il nuovo ministro Centinaio non nominasse subito il presidente del Comitato.
C.d.G.