Tre prosciutti su quattro venduti in Italia sono in realtà ottenuti da maiali allevati all’estero, ma i consumatori non lo sanno perchè non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza.
È quanto afferma la Coldiretti che ha portato i maiali davanti a Pazza Affari a Milano per denunciare le speculazioni sul cibo. «L’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha importato 62 milioni di cosce di maiale destinate, con la trasformazione e la stagionatura, a diventare prosciutti Made in Italy con un inganno nei confronti dei consumatori e danni per i produttori che subiscono una concorrenza sleale. Anche perchè – spiega la Coldiretti – mentre negli allevamenti italiani i maiali sono alimentati con prodotti di qualità sulla base di rigorosi disciplinari di produzione Dop, all’estero si usano spesso sottoprodotti se non addirittura sostanze illegali come è accaduto nel recente scandalo dei mangimi alla diossina prodotti in Germania e utilizzati negli allevamenti di polli e maiali. Sul mercato – sostiene la Coldiretti – è facile acquistare prosciutti contrassegnati dal tricolore, con nomi accattivanti come prosciutto nostrano o di montagna che in realtà non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Gli allevatori della Coldiretti chiedono che vengano emanati i provvedimenti applicativi previsti dalla legge nazionale sull’etichettatura di origine approvata all’unanimità dal Parlamento italiano all’inizio dell’anno che prevede l’obbligo di indicare l’origine per tutti gli alimenti».