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Il caso

Liberalizzazione dei nomi dei vitigni, il Parlamento europeo ritira l’atto

04 Marzo 2016
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La conferma di Paolo De Castro: “Ma non abbassiamo la guardia”

(Paolo De Castro)

“La commissione Ue ha intenzione di ritirare l’atto” sulle liberalizzazione dell’uso dei nomi dei vitigni, nell’ambito della revisione del regolamento europeo sulle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette.

Lo ha ribadito l’europarlamentare europeo Paolo De Castro (Pd), che fa parte della commissione agricoltura al Parlamento europeo, intervenendo a un convegno sul tema organizzato in Consiglio regionale della Toscana a Firenze. Noi l’avevamo anticipato qui. L’atto era fortemente temuto dai viticoltori italiani perché avrebbe permesso, in tutti i paesi dell’Unione, di produrre vini e usare il nome dei vitigni non legati a un territorio specifico, come il Lambrusco, il Vermentino, o il Sangiovese. La notizia del ritiro dell’atto, ha spiegato De Castro, “è stata annunciata questa settimana dal vice direttore generale della Df Agricoltura della Commissione Joost Korte, in un suo intervento in commissione agricoltura. Gli atti si ritirano ma si possono ripresentare per cui non possiamo abbassare mai la guardia, però i produttori possono tirare un respiro di sollievo”. Con il ritiro, ha sottolineato, vini come il Lambrusco, il Vermentino, la Vernaccia, il Barbera, il Primitivo o il Sangiovese, “possono essere legittimamente coltivati in ogni paese europeo ma nessun paese Ue può dare il nome di questi vitigni al vino prodotto. Questo grazie a un regolamento sul vino del 2007. Questa è una garanzia importante che vorremmo continuare ad avere”, ha concluso.

C.d.G.