“Affermazioni gravissime che possono arrecare danno al sistema agricolo siciliano”.
Con queste parole la Coldiretti Sicilia commenta le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini (nella foto), rilasciate in un’intervista al Corriere della Sera di oggi, che mostrano apertura nei confronti degli organismi geneticamente modificati. “Secondo il ministro la vite Nero d’Avola, il pomodoro San Marzano o la cipolla di Tropea, solo per citarne alcuni, sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi. Si comprende bene – scrive la confederazione – che simili affermazioni possono provocare gravissimi danni al sistema agricolo italiano e siciliano che si basa invece proprio sulla genuinità e sullasalubrità dei prodotti. Non è assolutamente pensabile riaprire un dibattito che svia soltanto dai veri problemi dei tanti comparti agricoli”.
“La vite nero d’Avola è un marchio che offre alla Sicilia un elemento distintivo. È un valore aggiunto del patrimonio agricolo che non ha nulla a che spartire con gli Ogm. La sua origine si perde nella notte dei tempi. Solo nell’Isola viene coltivato in circa 20 mila ettari”, prosegue la Coldiretti.
Il presidente e il direttore della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione infine dichiarano: “Piuttosto che investire o ipotizzare investimenti su organismi geneticamente modificati bisogna attuare delle politiche di sviluppo e di crescita basate sulle tante potenzialità del made in Italy”.