Produttori di vino, chef ed addetti ai lavori commentano la classifica del giornale inglese che segnala il capoluogo siciliano come unica destinazione in Italia. L'Sos: servizi che non funzionano, strade sporche, taxi cari. Ecco cosa fare per accogliere i turisti. A partire da un confronto serrato col Comune
(Diego Cusumano, Patrizia Di Benedetto, Giuseppe Tasca d'Almerita)
di Ignazio Marchese, Palermo
Il 2018 potrebbe e dovrebbe essere l’anno della svolta per il turismo a Palermo con il sigillo del “The Guardian”, autorevole giornale inglese che ha inserito il capoluogo siciliano tra le città gioiello da visitare.
Unica città italiana in questa speciale classifica tra le “40 favolose destinazioni in tutto il mondo”, dove andare in vacanza quest’anno. Albergatori, ristoratori, operatori turistici, addetti ai lavori, imprenditori del vino e chef palermitani non hanno dubbi: questi attestati rappresentano una vetrina di eccellenza per la città che rientra ormai tra le mete scelte per trascorrere le vacanze. Un successo certificato anche da studi di importanti centri economici. “Il Meridione e Palermo in particolare ha visto un 2017 di grande crescita sul fronte turistico – dice Natale Chieppa responsabile della direzione commerciale e di marketing della Gesap, la società che gestisce l'aeroporto palermitano Falcone Borsellino – Torno proprio in questi giorni dall’estero dove abbiamo creato nuovi accordi per superare la soglia dei cinque milioni di passeggeri nello scalo. Traguardo raggiunto nel 2017. Certo siamo stati favoriti da una congiuntura particolare legata molto alla scelta dei turisti verso mete ritenute più sicure, ma dobbiamo consolidare questo dato”. Il 2017 è stato un anno che ha sorpreso gli operatori. Gli ultimi sei mesi hanno visto un trend di crescita nelle presenze in città. “Sono stati sei mesi importantissimi per la città – dice Nicola Farruggio il presidente di Federalberghi Palermo – Adesso però bisogna cambiare marcia. Credo che per rendere questo trend costante sia necessario lavorare ad una programmazione ad ampio respiro che possa prevedere eventi e iniziative davvero internazionali. Ben venga Palermo Capitale della Cultura e Manifesta 12. Ma qualcuno ha già pensato al 2019, al 2020, per non perdere tutto quello che è stato fatto”? Secondo Farruggio, e non solo, servirebbe un luogo dove tutti gli esperti del settore che sono qualificati da anni e anni di lavoro sul territorio possano incontrare l’amministrazione comunale per decidere insieme strategie e programmi futuri. “Serve un luogo dove pubblico e privato si incontrino per scegliere per il bene di Palermo e potere prendere decisioni che vadano oltre le iniziative dello Street Food – dice Farruggio – , che possono solo attrarre i palermitani e quei turisti che già si trovano in città. Occorrono iniziative di qualità che riescano ad invogliare quanti, seguendo il consiglio del Guardian, scelgano Palermo come meta di vacanze. Siamo pronti a questo salto di qualità? Credo proprio di no, ancora. È necessaria una maggiore offerta dei servizi per potere garantire anche un’accoglienza sempre più efficiente. Non bisogna aspettare le Vie dei Tesori per tenere aperti i monumenti e le chiese splendide in Sicilia. Queste devono essere fruibili sempre”.
L’idea finalmente di superare i propri piccoli orticelli e mettersi in squadra per meglio affrontare queste nuove sfide puntando davvero sul turismo che piace ai ristoratori e gestori di pub, che vorrebbero finalmente delle scelte condivise e non calate dall’alto. “Essere tra le mete prescelte da importanti giornali internazionali non può che essere positivo e stimolante – dice Antonio Cottone presidente dell'Associazione Pubblici Esercizi/Fipe di Confcommercio Palermo – Ma la città poi deve essere pronta ad accogliere i turisti con servizi e con tutto quello che necessita per rendere questo viaggio indimenticabile. E quindi dobbiamo pensare a una strategia che possa coinvolgere tutte le fasce d’età. Il turismo non è solo quelle famiglie. E’ anche quello dei giovani che in piena estate dopo mezzanotte non trovano più locali dove si balla all’aperto. Non mi riferisco al centro storico, ma succede anche a Mondello dove scatta il coprifuoco. Non è così con il “fermo biologico” che si può pensare di attirare i turisti anche quelli più giovani. Sarebbero opportuni accordi condivisi tra gli operatori turistici e l’amministrazione comunale. Non agevola a nessuno avere provvedimenti imposti che bloccano le attività. Noi parliamo con i nostri iscritti e sappiamo bene quali sono le esigenze per fare bene senza creare disagi ai palermitani residenti. Ma in questi anni la nostra esperienza non è stata messa a frutto”. In questo nostro “Forum virtuale” c’è chi non nasconde che ci sono problemi nonostante l'arrivo su così importanti vetrine internazionali. Quando si hanno queste credenziali bisogna essere all’altezza. Non si può assistere all’improvvisazione che in questi anni ha caratterizzato la vita della città. Le iniziative natalizie partite dopo la fine delle feste sono solo l’ultimo esempio di un’azione non programmata. Il Natale arriva sempre il 25 dicembre non si può essere impreparati. “Sono tanti gli aspetti su cui si deve lavorare – dice Diego Cusumano, produttore di vino ed imprenditore vitivinicolo molto impegnato in questo nuovo percorso di rilancio del turismo palermitano e siciliano –. Bisogna approfittare di questi attestati di stima, ma chi viene a Palermo deve trovare un sistema che funziona. Abbiamo un gap che conosciamo tutti, ritardi ed errori. Ma davanti a certe opportunità dobbiamo creare sistema. Purtroppo al momento, pubblico e privato sono distanti. Bisognerebbe abbattere queste barriere per garantire servizi migliori a chi sceglie Palermo. Faccio un solo esempio. Non è possibile che durante l’estate l’autostrada per l’aeroporto diventi un cantiere a cielo aperto che crea disagi a chi arriva in aeroporto. A queste cose bisogna pensare in tempo. Basterebbero piccole cose per già evitare brutte figure. Secondo me dobbiamo iniziare dall’ospitalità. In tutta la città dovremmo accogliere i turisti proprio come ogni siciliano accoglie qualcuno in famiglia. Noi siamo famosi per coccolare e rendere unica la presenza di un invitato in casa. Ecco, lo stesso sistema deve essere usato anche per i turisti. Per loro dobbiamo garantite il massimo dei servizi e rendere fruibili tutti i monumenti”.
Torna in primo piano la gestione dell’immenso patrimonio artistico e monumentale spesso chiuso a Palermo e aperto solo in brevi periodi dell’anno. “Io sono fiducioso. Il riconoscimento del Guardian è solo l’ultimo di una lunga serie non può che fare bene alla nostra città. Vedo in questi anni un impegno nelle nuove generazioni che stanno facendo la differenza, in impegno e capacità – dice Giuseppe Tasca d'Almerita, titolare dell'omonima cantina ed agronomo con la passione per la filosofia e l’antropologia linguistica – Non siamo perfetti lo sappiamo. Ma in questi anni ci sono belle realtà nella nostra Palermo. Nuove imprese legate al turismo, nuovi ristoratori che si stanno impegnando per rilanciare il turismo. Certo il 2018 sarà importante con Palermo Capitale della Cultura e Manifesta. Bisogna, però, consolidare questo trend soprattutto per gli anni a venire. Questa amministrazione a mio avviso è molto sensibile e credo che si possa lavorare per dare il giusto supporto a tanti giovani che con tanta energia vogliono impegnarsi in queste nuove sfide. Se poi riusciamo anche a portare nella nostra città quello che c’è di buono altrove sarebbe un passo in avanti importante. Io penso Palermo con il centro chiuso alle auto con navette che portato i turisti dalla periferia al centro. Penso che questo dovrebbe essere il futuro”.
“Il riconoscimento è importante. Ma credo che è sotto gli occhi di tutti che Palermo in vista dei nuovi appuntamenti deve ridarsi una ripulita – aggiunge Patrizia Di Benedetto, chef di Bye Bye Blues, unico ristorante stellato a Palermo – Quello che vedono spesso i turisti che visitano la nostra città non è sempre bello. Anzi. Bisogna tirare a lucido le nostre strade e i monumenti. Fare uno sforzo e dare quei servizi che i turisti richiedono. In questi giorni uno chef spagnolo molto importante è stato a Palermo in un hotel a quattro stelle. Si lamentava delle condizioni della struttura. Moquette sporca e servizi non sempre all’altezza. Se si vuole crescere questa non è la strada. E poi non si comprende perché in Portogallo ci si può spostare in taxi con pochi euro e i miei clienti che vengono nel mio ristorante a Mondello per pochi chilometri devono spendere 50 euro: 25 euro per arrivare e 25 per andare. Con questi prezzi non si va molto avanti. Certe credenziali vanno spese bene. Serve un progetto e interlocutori sensibili”. Come dire meno propaganda e più sostanza.