Nuova tappa del Grand Tour a metà aprile a Monaco di Baviera. E tra i progetti del consorzio un circuito dei palmenti per gli enoturisti
Uno dei territori del vino più trendy d'Italia (e forse d'Europa) vive un dilemma. Ampliare la Doc? Il territorio è l'Etna che vive un successo con pochi eguali.
Grandissima vocazione, grandissima attenzione mediatica, grandissimo appeal e, ovviamente, tanti interessi. Il dilemma riguarda la possibilità di annettere nuovi territori soprastanti. L'idea cioè che le zone già vitate che si trovano al di sopra di una certa altitudine – ed oggi fuori dalla Doc – possano essere compresi all'interno della denominazione. Basterebbe una modifica del disciplinare datato 1968, ovvero enologicamente parlando un'era geologica fa, e soprattutto ci vorrebbe la volontà dei produttori, cioè di chi fa parte del consorzio ancora oggi in attesa dell'erga omnes.
Oggi gli ettari rivendicati per la produzione di vino Doc sono 655, ma l'aspetto più significativo è che dal 2007 ad oggi mediamente si sono aggiunti circa 50 ettari all'anno. Tutte aree che gia ricadono dentro i confini della Doc. C'è spazio per nuovi vigneti dentro la Doc e ancora non rivendicati e ci sono vigneti a ridosso dei confini della Doc, soprattutto sul versante nord, tra Passopisciaro (frazione di Castiglione di Sicilia) e Randazzo in quella che in modo unanime viene considerata come una delle zone più pregiate.
In ballo c'è una prospettiva non da poco. Il dibattito è aperto. Giuseppe Mannino presidente del consorzio di tutela in scadenza di mandato è cauto: “Valuteremo tutte le istanze, per ampliare il territorio della Doc servono motivazioni scientifiche e di opportunità e soprattutto credo che sia necessario che tutte le scelte siano condivise dalla base e non calate dall'alto. L'argomento va affrontato con molta serenità”.
Mannino che rappresenta la quasi totalità delle cantine (una settantina) oltre non dice. E ricorda che l'ultima corposa modifica al disciplinare risale al 2011 quando sono state aggiunte le contrade come ulteriore possibilità di indicare un territorio, l'introduzione dello spumante come tipologia, la possibilità di produrre una riserva, la variazione di alcuni parametri chimici e infine la possibilità di tirare fuori vini col solo Nerello Mascalese. Oggi inoltre il territorio della Doc tocca venti comuni dal versante nord di Randazzo per poi virare verso est, una sorta di C all'incontrario attorno al vulcano e giù giù attraverso Milo e i comuni vicini fino a Biancavilla e Santa Maria di Licodia.
Dilemma a parte altre cose bollono in pentola. Come una nuova tappa dell'Etna Grand Tour, il giro promozionale dei vini e dei suoi protagonisti. Dopo Roma e Milano il consorzio sta lavorando per andare all'estero, in particolare a Monaco di Baviera dal 18 al 20 aprile in concomitanza con la fiera internazionale Wein Plus. Poi ogni cantina potrà decidere di partecipare sia alla fiera che allo specifico evento dell'Etna oppure ad entrambi. Ed ancora si sta progettando un circuito dei palmenti visitabili per attrarre sempre più enoturisti sul territorio e tirare fuori l'immenso patrimonio storico per buona parte inutilizzato.
F. C.