L'accusa del'imprenditore Salvatore Passalacqua: “Nicola aveva già deciso di trasferirsi al Nord. Ma non infanghi la nostra Isola, c'erano diversi sindaci pronti ad ospitarlo”
(Salvatore Passalacqua)
Ve lo ricordate l’atto di accusa di Nicola Fiasconaro, il noto produttore di panettoni, colombe pasquali ed altre delizie dolciarie con sede a Castelbuono, sulle Madonie, in provincia di Palermo? Fiasconaro accusò la burocrazia siciliana di non fargli fare impresa, di non permettergli di ingrandirsi. E per questo, disse, “me ne vado a Venasca”, un piccolo comune nel Cuneese, 1.600 anime in tutto (leggi qui).
Ormai il trasferimento in Piemonte sembra cosa fatta così come sembrerebbe leggendo un articolo apparso nei giorni scorsi sul quotidiano La Stampa, dove Fiasconaro annuncia lo spostamento di una parte delle sue linee produttive ai piedi delle Alpi. Adesso che con gioiosa enfasi da parte del pasticcere castelbuonese la vicenda sembra chiusa, c'è chi critica il gesto di Fiasconaro. Lo fa apertamente un altro imprenditore del mondo agroalimentare siciliano. Salvatore Passalacqua, titolare di un’azienda casearia a Castronovo di Sicilia (sempre in provincia di Palermo) e che è stato anche uno dei vincitori del premio Best in Sicily nella categoria miglior produttore di formaggio. Le parole di Passalacqua sono critiche verso Fiasconaro e aprono uno scontro su come oggi è considerata la Sicilia dagli imprenditori.
“Le frasi di Nicola non mi sono piaciute per niente – dice a cronachedigusto.it Passalacqua – credo che le abbia dette solo per una campagna pubblicitaria a favore della propria immagine. So per certo che diversi sindaci di comuni siciliani si erano offerti di mettergli a disposizione un’area dove poter realizzare parte della sua fabbrica. Lui invece, ha preferito sparare a zero sulla nostra Isola”. Passalacqua è un fiume in piena: “Lui della sua impresa può farne quello che vuole – dice – ma deve dire la verità. Preferiva andare al Nord. Ma tutto questo non lo autorizza a gettare fango sui siciliani. Non può fare questo genere di affermazioni. Si è fatto una pubblicità disdicevole”. Poi continua: “So per certo che ci sono sindaci che mettono a disposizione intere aree artigianali per 99 anni al costo simbolico di un euro. Qui ci sono mille difficoltà per fare impresa, forse qualcuna in più della altre regioni, ma non vuol dire che per riuscire è meglio andare oltre lo Stretto”.
(Nicola Fiasconaro)
Per Passalacqua, “Fiasconaro ha deciso a priori di abbandonare la Sicilia e questa è una decisione legittima, ma non deve mascherare questa presa di posizione con cose non vere. Dica la verità”. Qualche giorno fa Passalacqua era a Torino per una riunione tra imprenditori: “Alcuni colleghi mi hanno detto: “Ma allora voi siete quello che racconta Fiasconaro?”. E queste parole mi hanno fatto male, pensando a chi come me, e siamo tanti, ci ha messo i soldi, sacrifici e passione per stare qui e gestire la nostra impresa”.
Fiasconaro nell'articolo de La Stampa dice: “Ho portato il mio panettone sulla luna, figuriamoci se non posso venire a Venasca”. E poi prosegue: “Ora in Sicilia il momento drammatico che mi riguarda sembra passato: a parole c’è collaborazione, ma la cappa del potere e della burocrazia ti soffoca. Ci vuole aria nuova”.
Passalacqua non vuole farne un caso personale, ma vuole ricordare che comunque anche in Sicilia è possibile fare impresa. Lui c'è riuscito creando nuovi formaggi molto apprezzati in Italia e all'estero come il Fiore Sicano e ancor di più con la Tuma Persa, formaggio a pasta dura ottenuto da latte vaccino, di antiche origini e che l'imprenditore di Castronovo di Sicilia ne ha ripreso con successo la tradizione ormai smarrita.
C.d.G.