Considerato un genio e un innovatore da alcuni, pretenzioso ed elitario da altri, lo chef catalano Ferran Adrià (nella foto) ha deciso di chiudere, dopo 20 anni, il suo celebre ristorante sulla Costa Brava, ritenuto da influenti riviste il migliore del mondo.
Una notizia che con ogni probabilità ha gettato nello sconforto la comunità internazionale dei gourmet. Da sabato prossimo non sarà più possibile infatti tentare di prenotare un posto a ‘El Bulli’ per assaggiare le specialità della cosiddetta cucina ‘molecolare’ o ‘destrutturata’, che piega gli alimenti alle leggi della chimica e della fisica con la volontà di stupire, più che di nutrire: un’avanguardia gastronomica fatta di piatti come la schiuma di patate, il gelato al parmigiano, i petali di rosa marinati ai carciofi, il caffè solido. Ricette che hanno reso Adrià famoso nel mondo, tanto da essere ribattezzato il ‘Salvador Dalì della cucina’, anche se non sono mancate le critiche, soprattutto per l’uso di additivi e aromi di laboratorio. ‘El Bulli’, con i suoi appena 50 posti a sedere, riceveva milioni di richieste di prenotazione, tanto che i coperti, per un totale di 8.000 pasti serviti all’anno, dovevano essere assegnati a sorte. Numeri che non hanno impedito al locale di registrare perdite da mezzo milione di euro all’anno, come lo stesso Adrià aveva rivelato. Per cercare di risistemare i conti, lo chef si era dato alle conferenze, aveva commercializzato una serie di prodotti con il marchio del ristorante, come libri e accessori da cucina, e prestato il suo nome a oli d’oliva e gamme di coltelli. Ora è arrivata la decisione di chiudere i battenti di ‘El Bulli’, premiato con le tre stelle Michelin e classificato come il migliore ristorante del mondo dal magazine britannico Restaurant per cinque volte, nel 2002 e dal 2006 al 2009. «Non esiste il migliore ristorante al mondo – diceva Adrià appena la settimana scorsa -, ma senz’altro il mio è il luogo più influente per la cucina, soprattutto per quanto riguarda la creatività». Il nome ‘El Bulli’, ha annunciato lo chef, riapparirà nel 2014 con una fondazione a vocazione ecologica, dedicata alla ricerca culinaria. Distribuirà anche borse di studio, per diffondere il verbo di Adrià tra i giovani chef.