Rudy Kurniawan dovrà scontare 10 anni in prigione.
Ieri, il martelletto brandito del giudice Richard Berman ha fatto calare il sipario sulla vicenda giudiziaria più seguita dal mondo del vino e del lusso (cliccare qui) e che vede protagonista il più grande falsario di fine wine. Nel suo laboratorio a casa, usando il suo palato abituato a bere fine wine, Kurniawan colmava bottiglie dei marchi più prestigiosi del mondo e vecchie annate con blend di vini scadenti e riproduceva etichette fac simile delle originali. “Una grande manovra, fatta senza scrupoli ma destinata a fallire”: queste le parole che hanno risuonato nell'aula del tribunale di Manhattan bollato il verdetto finale sulla frode messa in atto dal 37enne indonesiano. Che dovrà anche risarcire le vittime pagando 28 milioni di dollari.
La decisione della corte è stata accolta dalle proteste dall'avvocato difensore del falsario, Mr. Mooney, il quale si aspettava una condanna a cinque, sei anni di carcere. A gran voce, dopo avere ascoltato attentamente il verdetto, ha dichiarato che la punizione era sproporzionata considerando l'alto tenore di vita dei frodati “che spendono anche 231mila dollari per una bottiglia di vino e che il raggiro di Kurniawan non li avrebbe intaccati minimamente”. Il tenore alto è stato anche quello però di Kurniawan. Tra il 2006 e il 2011, il falsario con i proventi della frode avrebbe speso in viaggi, cibo e beni di lusso ben 16milioni di dollari.