Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il caso

Dazi amari

02 Aprile 2025
Donald Trump Donald Trump

Dazi del 20% ai prodotti dell’Ue: per l’agroalimentare italiano (se confermato) mazzata da 1,5 miliardi. Il presidente degli Stati Uniti: “L’Europa ci ha derubati, adesso basta”. Solo il vino potrebbe subire un danno da 400 milioni

Parla in diretta dalla Casa Bianca per quasi 50 minuti. Ed è il solito Trump dai toni roboanti. Con un attacco a tutto il mondo ed il via a una guerra commerciale senza precedenti. Il presidente degli Stati Uniti ricorre a parole dure verso tutti quei Paesi che “si sono arricchiti grazie alla nostra debolezza”. Ce l’ha sopratutto contro il Canada e il Messico. “Ci hanno derubati, ora basta”, tra le parole pronunciate. Anche Cina e India nel mirino. E punta l’indice contro le importazioni del comparto manifatturiero, automobilistico e quello elettronico. Nessun riferimento diretto all’agroalimentare ma se i dazi del venti per cento saranno applicati a tutti i prodotti in arrivo negli Usa dall’Unione Europea, Italia compresa, per il nostro sistema agroalimentare sarà una mazzata enorme. L’Italia esporta cibo e vino, secondo i dati più recenti, per quasi 8 miliardi, di cui un quarto è rappresentato dal solo vino. A conti fatti i dazi peseranno per circa un miliardo e mezzo.

Poteva finire peggio? Difficile. Ora la parola passa alla politica. La situazione è complessa. È un terremoto. Partiranno trattative bilaterali tra singoli Paesi e gli Usa o sarà l’Ue a trattare e mostrare i muscoli? L’Ue potrà avere qualche spiraglio se ritoccherà quel 39 per cento che, secondo Trump, viene applicato ai prodotti made in Usa importati in Europa? In tutto questo pesa anche un vantaggio italiano nella bilancia commerciale con gli Usa per oltre 40 miliardi. Al Vinitaly a quattro giorni dall’avvio della più importante fiera di settore non si parlerà d’altro. E l’annuncio di Trump si abbatterà come una tempesta tra i padiglioni e gli stand. Domani toccherà alle reazioni politiche, ai capi di governo e ai ministri in campo. Per tentare di impostare una strategia. Per i produttori di vino e gli imprenditori del comparto agroalimentare c’è da rimboccarsi le maniche. La strada è in salita.