Sono in mezzo a noi. Esistono, spesso hanno, ancora, il risvoltino nei jeans, spesso sono maschi bianchi boomer, single, a loro dire, per scelta: i wine wanna be, gli esperti di vino autopercepiti.
Gente che non la vedi per mesi, ma guarda caso, quando la incontri, la sera prima ha bevuto sempre, un Super tuscans degli anni zero, o è tornata da una vacanza nello Champagne, dove giura di aver bevuto di tutto.
I dieci modi per riconoscerli, ed evitarli. (se non vi basta il risvoltino nei jeans).
1- Vino banale e domande da enologo
Ordina un vino banale, nella parte bassa della lista, un bianco dell’anno prima, massimo, un Pinot grigio (o bianco), poi inizia con domande, a suo senso, da insider, “fa la malolattica questo vino”?
La malolattica è l’arma totale, del wine snob, la parola per sedurre, per zittire i neofiti, per essere (auto)ammessi nel ristretto olimpo dei super tecnici.
FACCI BERE TI PREGO!
2- Vino banale sul tavolo, vini unicorno a casa
Ordina un vino banale, sempre Pinot bianco (o grigio) ma, al sommelier che versa il vino racconta che casa ha – e sottolinea perché gliele hanno regalate – due annate di Sassicaia dei 90, e una magnum di Gaja (di Gaja in generale) degli anni 80.
URKA
3- Liquidano come sopravvalutati tutti i vini sopra i 40 euro che non conoscono, ovvero quasi tutti
Prima di ordinare il vino banale, a chi gli fa notare che in carta ci sarebbe un Lumiere de Silex 2019, se ne esce con frasi come “Sì i francesi sono solo bravi con il marketing, o da snob ma semi colto, va beh, la Loira ormai la bevono tutti”…
SE LO DICI TU…
4- Snobbano gli spumanti italiani.
In carta baipassa, col dito unto, tutta la parte delle bolle italiane, si ferma sul Moët Imperial, rammaricandosi che a suo dire si sono scordati di scrivere il millesimo di fianco a SA, (l’ho visto fare davvero).
Se è ricco di famiglia andrà sul Crystal, (di classe dirà), lasciandosi scappare che in Italia gli spumanti, proprio a suo dire non li sanno fare, che lui li ha bevuti tutti, e che niente, i francesi avranno tanti difetti, ma le bollicine…
DI COSE CON CUI RIBATTERE CE NE SAREBBERO TANTE, MA IO HO SEMPRE TROPPA VOGLIA DI BERE
5- Mandano indietro la bottiglia, apostrofandola con lemmi desueti
Di solito accade col Nebbiolo giovane (!), lo ordina perché lui, di rosso, dice in modo che lo sentano quanti più tavoli possibile, beve solo Barolo, salvo poi all’assaggio, riscontrare che forse, beh, è un poco ruspante. No non è lui, e io il Barolo lo conosco, questo è amarostico, troppo amarostico, non lo posso bere, dicono restituendo la bottiglia con sdegno.
AH
6- Alfieri di un passatismo arbitrario.
Mi è capitato di recente a una cena, di solito quando sono a cena con gente che conosco poco e di cui ignoro quasi totalmente l’eno-gusto, tendo ad andare su cose ecumeniche, gradevoli e poco impegnative anche nel prezzo, un Chianti educato etc… e no, IL Chianti negli ultimi anni è meno buono, prima sì, adesso non è più lui, sarà il clima.
IL PASSATO, SCRIVEVA IL POETA, È UNA TERRA STRANIERA
7- Sono fan delle Doc
Forse sono io, che ho sfortuna e mi ritrovo a cenare con gente sbagliata, o forse boh.
Ho trovato un Petrosa di Etnella, un vino che amo che mi ha salvato la vita in tempi pandemici, non bevevo un po’. “Nooo, non è Doc”, mi ha risposto un commensale, non credo sia buono.
CREDI MALE
8- Non amano IL BIOLOGICO
Sì a volte capita, c’è gente che ordina un vino non in base a quello che gli piace, ma in base al fatto che il vino in nessun caso deve essere biologico: non mi piace, IL BIOLOGICO dicono, ha un gusto strano, che non capisco.
SONO TANTE LE COSE CHE SECONDO ME NON CAPISCI
9- Descrizioni cacofoniche al sommelier
Chiedono ai poveri sommelier, vini dalle caratteristiche così diverse e incompatibili, che più che vini sembra un’alleanza PD-Cinque Stelle. Un rosso che sia, amabile (sì ancora si sente, anche negli under 50 questo lemma), fresco, leggero, di corpo, che faccia legno, ma che non si senta.
UN CONSIGLIO PER IL SOMMELIER, PORTA UN ROSSO ECONOMICO, TI DIRÀ CHE E’ BUONISSIMO
10 Chiedono un prosecco, ma buono