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Il caso

A Palermo non chiamatele “arancini”, nemmeno se siete giornalisti del Guardian

28 Agosto 2016
Arancina-burro Arancina-burro

L’autorevole quotidiano britannico The Guardian ha dedicato alla città di Palermo un ampio reportage. Un servizio corredato da tantissime foto, con la spiegazione dei monumenti da visitare, i luoghi magici e naturalmente una parentesi golosa sullo street food.

“Palermo come in nessun'altra città in Europa – scrive il quotidiano britannico -. E' il crocevia del Mediterraneo: ha creato un mix frizzante di cibo arabo, strade spagnole, torri normanne. Il centro storico è ricco di palazzi barocchi. Le famiglie vivono sulla loro porta di casa, come nei film degli anni Cinquanta. La vita di strada è vibrante in ogni angolo. Il parallelo più vicino è probabilmente con L'Avana, un'altra decadente ex colonia spagnola piena di fantasmi, storie ed eroi. Non è mai troppo tardi per visitarla, con il suo lungo e caldo autunno”.

Come detto Palerrmo è anche e soprattutto cibo da strada: i panini con la milza, panelle e crocchè, stigghiole, sfincione e arancinE. Sì, al femminile. A Palermo è sacrilegio chiamarle al maschile, come sono conosciute nella parte orientale dell’Isola. Eppure il giornalista del Guardian ha consigliato di gustare gli splendidi…arancini. Apriti cielo. Su internet è scoppiato il caso. Chi ha invocato la rettifica dell’articolo, chi ci ha marciato su (i catanesi e i messinesi soprattutto), chi, forse giustamente, ha fatto notare che alla fine il prestigio di finire su un giornale simile va al di là di questo piccolo errore.

Anche la crusca era intervenuto sulla diatriba. Che aveva fatto un po’ come re Salomone: “Usate entrambe le versioni, sia maschile che femminile, sono corrette entrambe”. E anche noi ce n’eravamo occupati (leggi qui).

Ma in Sicilia è questione di “onore”. Quindi a Palermo chiamatela arancina, o rischiate di vedervi ripresi.

C.d.G.