Tornatore, tra le cantine più significative dell’Etna sia per storia e sia per l’ampiezza dei vigneti e per la forza produttiva, è protagonista a Taormina Gourmet on tour con una masterclass dal titolo “Doc Etna e Tornatore, una simbiosi sotto il vulcano”, condotta da Riccardo Viscardi, giornalista di DoctorWine in compagnia di Angelo Di Grazia, enologo dell’azienda. Il titolo non è scelto a caso, perché l’azienda Tornatore, seppur giovane, ha radici profonde sul territorio etneo. A raccontarne la storia è Federica Campo, hospitality manager. “Quella dell’azienda è la storia di un uomo, il Cavaliere Francesco Tornatore, che ha scelto di tornare alle radici. Da una piccola proprietà di otto ettari si è giunti in poco tempo a 120 ettari, dei quali più di 75 vitati per intraprendere un lavoro sul territorio che rinsalda un legame quasi viscerale. Oggi in azienda lavorano circa 50 persone del luogo”. La cantina produce circa 340.000 bottiglie rivendicate a Doc Etna. Ma la quantità, che non è poca per la produzione etnea, estesa su più ettari, mantiene alto il livello della qualità, tanto da consentire all’azienda di raggiungere ambiti riconoscimenti a livello internazionale da parte della stampa specializzata.
Settantacinque ettari vitati sull’Etna poi non sono certo facili da gestire, come fa osservare il giornalista Viscardi. “Non lo è affatto – conferma l’enologo Angelo Di Grazia durante la masterclass – ma siamo solo su un versante, quello a Nord, distribuiti su tre lotti, Pietrarizzo, Pietramarina Verzellla e Trimarchisa. Su 12 contrade a Castiglione di Sicilia e poi a Randazzo. Questo in un certo senso ci aiuta”. Taormina Gourmet on tour è un palcoscenico che si presta anche a qualche anticipazione aziendale. Si sta lavorando al ripristino di antichi siti, del vecchio palmento di famiglia e di vecchi casali che diventeranno musei con reperti storici che testimoniano la cultura agricola contadina. Oggi l’azienda punta a rafforzare il legame territoriale e sociale con il vulcano e si fa interprete del valore della sostenibilità, per la quale ha già ottenuto importanti certificazioni. Tornatore dunque cresce senza sosta. Sono passati solo dieci anni dalla prima vendemmia in cantina. Era il 2014; da allora si prosegue in modo infaticabile con investimenti importanti e tanto impegno sul territorio. Senza mai trascurare l’ambizione di chi punta sempre in alto.
La degustazione parte dai bianchi di due zone differenti a quote differenti. Tra i due cru, Zottorinotto è l’unico che fa un passaggio in barrique, ma il legno è discreto, non invasivo. Si percepiscono nettamente le diverse sfumature di acidità; complice quest’ultima di una salivazione più fluida nel Doc Etna Bianco Pietrarizzo 2022. Il Doc Etna Bianco Zottorinotto 2021 si mostra con un sorso fresco, equilibrato, con un’ottima acidità ingentilita per un sorso che regala una salivazione più densa, quasi grassa. Il Doc Etna Bianco Pietrarizzo 2017ha un naso intenso con note agrumate e di frutta esotica, ananas. Sorso fresco e scattante, buona spalla acida che regala una salivazione snella e viva. Molto performante.
Si passa poi ai rossi con il Doc Etna Rosso Pietrarizzo 202, Nerello Mascalese in purezza. Naso intenso floreale, con note di piccoli frutti rossi e scuri, note balsamiche. Sorso snello. Tannini fitti. Il Doc Etna Rosso Pietrarizzo 2017 traduce le caratteristiche di una annata calda ma che si rivela molto iteressante al calice. Naso esplosivo in cui domina la nota di eucalipto mista a quella di rabarbaro. Al palato sorso pieno e tannini ben affinati. Il Doc Etna Rosso Trimarchisa 2018 si svela con profumi di piccoli frutti rossi e neri, more, terrose, cenni balsamici. Sorso fresco e snello con tannini vellutati e buona acidità. Equilibratissimo. Si chiude con un notevole Etna Rosso: il Doc Etna Rosso Calderara 2019. Naso elegante, etereo, con note floreali e balsamiche. Sorso ancora molto fresco, equilibrato, con una trama tannica fitta, fine e integrata e una persistenza al palato notevole.