Delle alternative al sughero, il tappo a vite è quella meno popolare. Viene troppo spesso criticato e gode di una pessima reputazione, perché associato a vini di scarsa qualità. Tuttavia il tappo a vite offre numerosi vantaggi tra cui un costo di produzione inferiore, assenza di rischio di sapore di sughero nel vino, facilità di apertura e, soprattutto, il suo grande pregio è che mantiene la freschezza dei vini. Tra coloro che hanno adottato il tappo a vite, Walter Massa, sui Colli Tortonesi, tra i pionieri di questa tipologia di tappo. “Il vino è un rito. Il cavatappi è uno strumento rituale. Per fare i vini con i tappi di sughero devi farli bene. La solforosa è un male necessario. Bisogna fare vini fatti per bene, precisi, senza sbavature e bisogna rispettarli con il tappo a vite”, racconta Massa.
“Aiuto le persone ad imbottigliare i vini. La Guala esiste da 70 anni. Siamo convinti che ogni bottiglia meriti la migliore chiusura possibile – racconta Arturo Martorelli, responsabile della Guala Closures, azienda leader nel settore dei tappi a vite – Crediamo che ogni chiusura sia una piccola opera d’arte, capace di proteggere e presentare al meglio il contenuto. Una passione che nel tempo ci ha permesso di diventare una delle aziende leader nel settore a livello internazionale, con una presenza in oltre 100 Paesi del mondo. Noi garantiamo la precisione”. “Ormai il tappo a vite lo si trova in tutto il mondo. Per comprenderlo degusteremo vini che offrono una panoramica internazionale” racconta Federico Latteri, giornalista di Cronache di Gusto. Tra i vini degustati alla cieca, un Sauvignon blanc della Nuova Zelanda 2022, un vino australiano 2021, vini Alsaziani, Pinot nero e un blend di un vino californiano.