Poche maison possono vantare tanti primati quanti Fleury. Prima azienda, nel 1904, a piantare Pinot noir su portainnesto di vite americana dopo i mortiferi attacchi della filossera e una delle prime, agli inizi degli anni ‘90, a trasformare i vigneti industrializzati della Cote des Bar in piccoli giardini biodinamici. Oggi Morgane, Jean-Sébastien e Benoit restituiscono quel senso di visione dei loro antenati attraverso una conduzione ragionata anche in cantina tra fermentazioni spontanee e affinamenti in legno. Sono 15 gli ettari attualmente di proprietà dislocati tra Reims, Troyes e Courteron quest’ultima quartier generale dell’azienda. E tra i vigneti spuntano anche poche centinaia di metri impiantati con il quasi estinto Pinot Gris da cui si ottiene uno dei rari champagne in purezza prodotti sul territorio il “Variation”.
I nostri consigli
Le bollicine per le feste/7 – Champagne Brut Rosé de Saignée di Fleury
Champagne Brut “Rosé de Saignée”
Lieviti indigeni e l’utilizzo del metodo salasso per un Pinot Nero che macera per alcune ore sulle bucce al fine di ottenere un colore intenso che unisce austerità ed eleganza olfattiva tra fiori rosa, frutti di bosco e spezie orientali. Palato carnoso dal finale dinamico e saporito. In Italia è distribuito da Teatro del Vino con un prezzo medio in enoteca a partire da € 65