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Cosa bevo

Un vino dolce che viene dal nord

08 Agosto 2007
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    COSA BEVO

Il vino dolce che viene dal nord

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A esser sincero, un inconscio senso di superiorità e sufficienza si impadronisce di me ogni qual volta mi si presenta davanti un vino dolce del Nord Italia, frutto della consapevolezza di esser nato in una delle terre di elezione di questa tipologia. Ma il Tal Lùc è stato come un fiume in piena che in un attimo ha travolto ogni mia sicurezza per mezzo della sua – mi si passi il termine – potenza leggera. E dire che il produttore, l’Azienda Agricola Lis Neris in San Lorenzo Isontino (Gorizia) di un personaggio del calibro di Alvaro Pecorari, mi avrebbe dovuto consigliare un atteggiamento più cauto, ma tant’è.
Il vino in esame proviene da uve verduzzo per il 95% e riesling per il 5% fatte appassire per 120 giorni in ambiente condizionato e poi fatte fermentare in barriques nuove; viene messo in commercio dopo 18 mesi di affinamento in legno e in bottiglia. Già dal colore – un giallo ambrato con riflessi ramati – fa presagire la grande complessità olfattiva, che comprende sentori di albicocche secche, confettura di pesche, cotognata, frutti esotici, cedri e arance canditi, miele, mandorle, biscotti secchi e vaniglia; ma è in bocca che questo vino mi ha sorpreso, perché alla notevole dolcezza che fa ritrovare al gusto tutte le note sentite al naso, con prevalenza di confettura e miele, si aggiunge una freschezza dovuta a una buona spalla acida che lo rende non stucchevole ma che allo stesso tempo riesce a conservare un finale lungo e molto persistente.
Io lo preferisco come vino da meditazione, ma si accompagna bene a formaggi molto stagionati e, forse, a crostate di frutta secca. In enoteca si trova, in bottiglie da 0,375 litri, a circa 45 euro.

Gaspare Mazzara