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Cosa bevo

Un bianco che sa di territorio

02 Aprile 2009
livon livon

COSA BEVO

Un bianco
che sa di territorio

Non si può certo dire che i fratelli Valneo e Antonino Livon stiano con le mani in mano: dopo aver portato ai vertici nazionali l’azienda di famiglia, formata da vigneti acquistati dal padre Dorino negli anni ’60, prima ancora dell’attribuzione delle Doc Collio e Colli Orientali del Friuli, hanno continuato ad ampliarla rivolgendo la loro attenzione anche alla Toscana e all’Umbria, ma sempre senza perdere di vista il fattore qualità. Nella vasta gamma dei vini bianchi spicca il Braide Alte, “quadriga” trainata da cavalli di razza tutti ben ambientati nel territorio – Chardonnay, Sauvignon, Picolit e Moscato Giallo – lungamente affinato prima in barriques e poi in bottiglia.
Le veste giallo paglierino carico con sfumature color oro e la densità con la quale scorre nel bicchiere ne fanno presagire la complessità e la potenza, che diventa certezza quando se ne inspirano i profumi, che spaziano da quelli delicati di fiori di biancospino, pesca, ananas e banana a quelli più evoluti di miele, vaniglia e frutta secca, con eleganti note speziate di noce moscata e rosmarino. Morbido e vellutato in bocca, dal gusto pieno e ben equilibrato grazie anche alla presenza di una buona acidità, richiama perfettamente le sensazioni olfattive e termina con piacevoli ricordi di mandorla amara.
Da abbinare a piatti ricchi a base di pesce come il risotto ai frutti di mare, la cernia alla marinara e il baccalà mantecato con patate, è ottimo anche con i formaggi freschi e con l’agnello e le carni bianche in genere. Costa circa 20 euro.
 

Gaspare Mazzara