E' nato, e sotto il segno dell’acquario, il “primo” spumante Doc, metodo classico, dell’Etna.
Gli astri parlano di un futuro radioso ed una personalità prorompente. Ad annunciarlo due “genitori” felicissimi. L’azienda Nicosia ed un terroir, l’Etna, che ha festeggiato l’evento con uno scenografico spettacolo di una sfarzosissima eruzione. I “primati” son più di uno. E anche il primo metodo classico per la cantina a base di uve di nerello mascalese, vinificato in bianco, ovviamente, e anche la prima etichetta della tipologia spumante metodo classico a potersi fregiare della “Doc” dopo l’introduzione di questa categoria prevista dal recente disciplinare (mentre a tagliare il nasto come Etna Doc Rosè è stata un'altra cantina, La Gelsomina nell'ex Contea di Mascali).
Arricchirà la linea “Sosta Tre Santi”, così chiamata in onore ai tre protettori di Trecastagni, Alfio Cirino e Filadelfo, la collezione d’alta gamma della famiglia Nicosia. Che comprende, gl’Igt Nero d’Avola, il Nerello mascalese e l’altro spumante metodo classico da uve Caricante in purezza. Questo quarto gioiello appena nato, nasce da uve provenienti dalla tenuta di Monte Gorna, una contrada sul versante sudorientale dell’Etna.
Le uve che genera mostrano un tenore in esteri più elevato e, di conseguenza, un complesso di profumi particolarmente fini e specifici; e un livello in tannini, in altre occasioni, molto contenuto. La ricerca di questi due elementi di finezza e eleganza, spiegano in gran parte il “pensiero” e la necessità della famiglia Nicosia di comprendere il profondo bisogno di un continuo rinnovamento per consentire alla tradizione e alla loro storia di perpetuare il legame e il linguaggio dei frutti della terra, delle vigne, delle zone da cui provengono le uve delle diverse vendemmie. “E gli spumanti Sosta Tre Santi – afferma Carmelo Nicosia – sono espressione di questa filosofia anzi di un progetto che viene da lontano e coinvolge da tempo l’intero staff tecnico dell’azienda. Il metodo classico non ammette sentieri brevi, richiede periodi di lunghe e attese, prolungati affinamenti e un adeguamento produttivo molto gravoso. Sotto la guida dell’enologo Maria Carella è stato portato avanti un lavoro stimolante di ricerca in vigna e in cantina sia sul Nerello Mascalese che e sul Carricante. Tutto il processo di produzione si è svolto in azienda e il risultato ci sembra confermare la qualità della nostra scelta. Ma siamo consapevoli di essere solo all’inizio di un percorso e l’obiettivo mira ad arrivare, annata dopo annata, alla più autentica espressione dei nostri vitigni autoctoni in questa particolare tipologia di vini”.
“Ma io lo considero un vero vino di montagna, anzi “da muntagna” – chiosa Maria Carella enologo dell’azienda parlando della sua creatura – qui l’Etna ci mette molto del “suo” e non è solo la mineralità. La forza di questo vino sta tutta nella sua spalla acida e se consideriamo che il suo tenore si quantifica in 7,5 g/l la dice lunga sulla struttura di questo vino niente affatto oppresso se alla fine a prevalere non è la freschezza ma l’equilibro e la finezza. Credo di aver trasferito molto in questo vino, nonostante le riserve di una limitata esperienza (su lieviti, remuage, sboccatura, colmatura) di cui soffre ogni “opera prima”, della filosofia e dei preziosi “esercizi” sviluppati per raggiungere la qualità del nostro bianco Doc, uno dei più apprezzati del nostro catalogo. Ovvio che per vinificare in bianco un’uva a bacche rosse gli accorgimenti sono stati tanti, diversi e molto difficili. Ma i risultati, parziali e provvisori, ci gratificano, ancor più dei primati acquisiti, perché una buona parte della pur piccola produzione continuerà ad affinare e la sua evoluzione sarà tutta da scoprire”.
Questo nuovo spumante in edizione limitata (del millesimo 2011 verranno commercializzate solo 2.000 bottiglie) va ad aggiungersi alla Collezione di Famiglia Sosta Tre Santi che già comprende un altro metodo classico a base di Carricante, più giovane e più immediato nei profumi, e due rossi dal lungo affinamento a base di Nerello Mascalese, l’uno, e Nero d’Avola l’altro – prodotto, quest’ultimo, con le migliori uve coltivate nei vigneti di Nicosia in C.da Bonincontro a Vittoria –, dei quali sarà possibile degustare negli appuntamenti a cui l’azienda parteciperà nei prossimi mesi, da Sorsi dell’Etna al Vinitaly di Verona, l’annata 2009.
Stefano Gurrera