COSA BEVO
Nozze d’Oro, eleganza nel calice
Diciamolo pure. Per qualche anno c’era piaciuto meno. Forse per una questione di gusto o forse perché strizzava l’occhio a un modo di fare il vino che risultava un po’ datato. Provate a riassaggiare adesso il Nozze d’oro di Tasca d’Almerita: l’annata 2006 è uno dei vini da bere in quest’estate che coniuga sicilianità ed eleganza, mineralità (che non guasta quasi mai) e profumi. Il Nozze d’Oro è un classico dell’enologia siciliana: lo cominciò a produrre il conte Giuseppe, un vino che dedicò alla moglie Franca per i cinquant’anni di matrimonio. Oggi una parte dell’etichetta ricorda ancora la coppia mentre l’azienda oltre dal figlio Lucio è gestita dai nipoti Giuseppe e Alberto divisi tra le campagne di Regaleali, il resort di Salina (dove a Capofaro producono Malvasia) e gli uffici di Palermo.
Note familiari a parte, l’annata 2006 è sempre un’Inzolia praticamente in purezza dove c’è una piacevole piccola aggiunta di Sauvignon (il 15 per cento circa) che apporta freschezza e profumi non indifferenti. In fondo è un vino che non fa legno, come dicono in gergo i produttori di vino, ma solo acciaio. Pur tuttavia è un vino ricco, polposo dal colore giallo con lievissimi riflessi verdi. Al naso non sfugge la sicilianità con note di zagara e fiori bianchi. In bocca non stanca, è lungo, piacevole, sapido con una mineralità che invoglia a bere, una sensazione di piacevolezza. Non sappiamo ancora se questo bianco vuole segnare l’avvio di un nuovo Tasca-style. Ma avvertiamo qualche cambiamento. Siamo curiosi e saremo attenti a segnalarne le evoluzioni. Del Nozze d’Oro 2006 ne sono state prodotte 90 mila bottiglie. In enoteca lo trovate sui 13 euro.
F. C.