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Il Nocera ritrovato

22 Febbraio 2012
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di Giovanni Paternò 

Alzino la mano coloro che sanno cosa sia Nocera. Fino a qualche tempo fa noi conoscevamo quella Superiore, l’Inferiore e l’Umbra, cioè delle più o meno ridenti cittadine.

Successivamente abbiamo scoperto che è anche un vitigno. Tra l’altro è un vitigno particolare, autoctono di Sicilia, coltivato in provincia di Messina. Un tempo, molto antico, era abbastanza diffuso, poi pian piano, come purtroppo spesso succede ai vitigni autoctoni coltivati in ristrette zone e poco conosciuti dai consumatori, è stato soppiantato da varietà più di moda o che si prestavano ad un maggior successo commerciale.

Da poco tempo il ritorno all’utilizzo dei vitigni autoctoni, il desiderio dei produttori di conquistare le nicchie di mercato han fatto si che anche il Nocera risuscitasse. Giustamente comincia a ridiffondersi nel suo areale di origine, quella zona del messinese compresa tra il mare e i monti Nebrodi e Peloritani. E’ una zona, conosciuta fin dall’epoca romana, che produce vini dalla forte gradazione alcolica, in passato utilizzati principalmente per tagliare vini nordici deboli e cagionevoli. Siamo nelle DOC Mamertino e Faro, i cui disciplinari comprendono proprio il Nocera. Alcuni produttori più intraprendenti hanno vinificato e imbottigliato i Nocera in purezza perché si sono convinti che rappresenta un vitigno che potrà dare grandi soddisfazioni.


Grappolo di nocera

Tra questi l’azienda Cambria, una casa vinicola di Furnari, di antica tradizione, nata addirittura nel 1864 e che dal 1976 imbottiglia direttamente. Oggi produce 100.000 bottiglie ricavate esclusivamente dai loro vigneti, ma ora ne parliamo per questa chicca: il Nocera. Sette anni fa hanno impiantato 3 ettari a 110 m in contrada Mastronicola ricavando gli innesti dalle piante che c’erano in azienda, dopo averle fatte certificare dall’Istituto Regionale Vino e Vite. Chiacchieriamo con Nancy Astone, una dei tre titolari assieme ai fratelli Franco e Nino Cambria.


Nancy Astone tra Franco e Nino Cambria

L’azienda considera il Nocera l’eccellenza del loro futuro, il loro gran cru, la loro magnificenza e dall’annata 2009 lo vinificano ed imbottigliano in purezza con il nome della contrada. La vigna, allevata a Guyot, subisce una potatura verde che abbatte circa il 40% delle uve per arrivare ad una resa di circa 50 q/ha. Sotto la guida dell’enologo Vito Giovenco, dopo raccolta manuale a metà settembre le uve macerano a 12° C per 24 ore per continuare fino al raggiungimento di 28° C per un tempo variabile secondo l’annata. L’affinamento in botti di rovere francese di varie capacità avviene per 14 mesi a cui seguono sei in bottiglia. Per il 2009 sono 1.500 bottiglie numerate che diventano 3.000 nel 2010. La produzione aumenterà fino alle 30.000 a regime.


Il vigneto di Mastronicola

Abbiamo degustato la bottiglia n.697 del 2009. Etichetta piccola e austera, retro che esalta le qualità del contenuto. Il colore è rubino intenso quasi granato, molto brillante. Al primo naso si avverte una massa di ciliegia e continuando la roteazione escono la complessità, la piacevolezza che invitano a scoprirne i successivi sentori: note balsamiche, pepe nero, cuoio quasi gentile, ritornano le ciliege e i frutti rossi. Al palato colpisce l’acidità che inizialmente non fa avvertire il grado alcolico, seguita immediatamente dai tannini in bella dose anche se già ammansiti. Impressionante il retrogusto che torna equilibrato, morbido, fragrante con la viva presenza dei frutti rossi. Qui finalmente escono tutti i 14,5° alcolici che avvolgono la bocca in un piacevole e coinvolgente calore. Lo aspettiamo nel tempo, e nell’attesa si abbina al meglio con carni grasse e piatti dal gusto forte. Noi l’abbiamo apprezzato con un filetto ai ferri.

Anche il prezzo di 35 euro allo scaffale è una chicca.

Cambria Vini
C/da San Filippo, FURNARI (ME)
Tel.: +39 094 1840214
info@cambriavini.com
www.cambriavini.com