Mario Paoluzi in una vigna centenaria
di Massimiliano Montes
Ebbene sì. Passeggiare tra gli stand di una manifestazione enoica apparentemente “scontata” riserva sempre sorprese.
Dopo avere trascorso un pomeriggio tra i soliti Nero d’Avola conosciuti ed abbastanza uniformi, può capitare di avvicinarsi ad un banco degustazione posizionato al centro della grande sala. Banco dove un sommelier navigato ti impedisce di scegliere quello che vuoi e ti consiglia un percorso quasi obbligato, da vini meno impegnativi ad altri con più struttura e carattere. Per ultimo, con un pizzico di orgoglio, serve un Etna Rosso Doc: “Questo… – pausa di sospensione con sorriso furbetto – è il nostro pezzo forte”.
Dettaglio grappolo nel vigneto de I Custodi delle Vigne dell’Etna
Nel calice viene versato un vino dal colore leggermente più carico del classico Nerello Mascalese, rosso rubino ma pur sempre caratterizzato dalle trasparenze tipiche dei vini etnei. Il naso è ampio, si percepisce il fiore di cappero, il cuoio, il ribes nero, la ginestra, caratteristici del Nerello, ma accompagnato da aromi di frutta dolce, ciliegia e lampone, meno tipici. Al palato ha un’acidità percepibile ma non fastidiosa, tannini in evidenza ma non ruvidi. L’etichetta ci dice che è un Aetneus 2007 de I Custodi delle Vigne dell’Etna. Il logo, riconoscibilissimo sulla bottiglia, ovvero una vite centenaria coltivata ad alberello, ci fa subito intuire che la mano enologica è quella di Salvo Foti.
Il territorio
L’Etna è stato “il granaio di Sicilia” per produzione vinicola sin dal XIX secolo. Nel 1880 la regione etnea aveva il primato di tutta la Sicilia per superficie destinata alla viticoltura e per produzione totale di vino, che all’epoca si aggirava intorno al milione di ettolitri. L’importanza del vino fu talmente elevata che nel 1881 si arrivò ad istituire a Riposto l’Ufficio Enologico e nel 1886, su Regio Decreto, fu fondata a Catania la Scuola Enologica, fra le prime d’Italia, e che oggi prende il nome di Istituto Tecnico Agrario Specializzato per la Viticoltura e l’Enologia.
Momento della raccolta
I terreni di sabbia lavica costituiscono un habitat unico per le uve, che acquisiscono profili organolettici inimitabili. Il clima di montagna consente una maturazione lenta ed ottimale, con perfetta sincronia tra la maturazione zuccherina (o tecnologica) e quella aromatica e polifenolica. Le zone a nord del vulcano, comprese tra i comuni di Randazzo e Castiglione di Sicilia, sono quelle che ci restituiscono i risultati migliori.
L’Azienda
I Custodi delle Vigne dell’Etna nasce nel 2007 dalla passione per il vino di Mario Paoluzi, dapprima partner commerciale dell’Azienda vinicola Il Cantante di Mick Hucknall.
Mario Paoluzi
Folgorato dal territorio dell’Etna, grazie all’amicizia con l’enologo Salvo Foti, acquisisce parte dei vigneti del Cantante e ne acquista di nuovi.
Salvo Foti
Oggi l’Azienda può contare su 13 ettari di vigneti quasi tutti ad alberello ad alta densità di impianto (8.500 ceppi/ha), dislocati nei comuni di Mascali e Bronte per il bianco e di Castiglione di Sicilia per il rosso. Di questi, 3 ettari sono Prefillosseri a piede franco. I Custodi producono anche un Etna Bianco Doc da Carricante, Minnella e Grecanico.
I Custodi delle Vigne dell’Etna
Contrada Moganazzi
95012 Castiglione di Sicilia (Ct)
cell. 393 1898430
info@icustodi.it
http://www.icustodi.it/