di Mauro Ricci
Nel centro di Palermo, nei pressi del giardino inglese in via Daniele Manin da tredici anni, sotto la guida attenta e sagace di Gioacchino Purpura, Luppolo l’Ottavo Nano offre birra di alta qualità.
Ormai è diventato un riferimento per gli appassionati e un luogo di piacevole incontro per tutti quelli che vogliono passare un momento rilassante in un ambiente amichevole accogliente e, sommessamente altamente professionale. Il primo marzo del 2007 Gioacchino inaugurava il suo pub e, come lui stesso dice “all’inzio, come nella maggiore parte delle attività, prevale l’aspetto e l’impegno imprenditoriale, che con il passare del tempo diventa prevalentemente una passione. I primi anni non è stato semplice trovare birra artigianale e di qualità. I produttori erano pochi, dislocati lontano dalla Sicilia. Qunidi dovevo armarmi di zainetto e girare per fiere, festival e città in modo da potere incontrare direttamente i produttori e andare a caccia delle migliori birre. Ho potuto conoscere così persone, ambienti, mondi i più diversi e avere una bellissima crescita professionale e portare da Luppolo e ai suoi clienti tutte le novità e le più esclusive selezioni incontrate”.
Il pub cresce in sapienza e bellezza, si arrichisce delle esperienze fatte vissute nel mondo e trasferite variamente nel locale, mentre non cresce in dimensione (aumentano solo le spine fino a 8) secondo una precisa idea di Gioacchino che privilegia un controllo immediato, facile e diretto. I collaboratori vengono sapientemente coinvolti nella gestione dell’accoglienza con corsi e viaggi di addestramento e tutti, oggi, sono ottimi comprimari del “publican”. I clienti si sono affezionati a questa garbata atmosfera di simpatia informale che si è venuta a creare nel tempo e tornano quasi per una “attrazione fatale”. Passare qualche ora fra il bancone e i posti all’aperto, fra un consiglio su cosa bere e qualche chiacchiera personale di lavoro o sulle ultime novità in città, scambiare racconti o battute con gli occasionali vicini, tutto sotto la cura attenta e la regia dell’oste e dei suoi ragazzi, è diventato una facile abitudine.
La domanda cruciale di questo nostro momento: cinque birre da bere a casa in quarantena immaginando di sorseggiarle al bancone chiacchierando del più e del meno,
ottiene una risposta precisa e circostanziata da parte di Gioacchino, Lupppolo come ormai lo chiamano gli affezionati clienti. “Se dovessi ipotizzare l’entrata di due avventori che sedendosi al banco mi chiedessero di fargli provare 5 birre, gli proporrei prodotti italiani alla spina al locale, in bottiglia naturalmente a casa. Iniziamo con due birre del birrificio Elvo, la pils e la marzen. Il birrificio si è fatto apprezzare per l’alta qualità e la bravura nell’interpretare in modo eccezionale gli stili tedeschi. E’ collocato ai piedi delle Alpi Pennine e ha una sorgente di acqua che è l’ideale per le basse fermentazioni, come racconta Josip Vezzoli birraio. Le birre scelte sono di facile bevuta e quindi si prestano perfettamente per inziare. La pils è una birra bionda, di un bel colore paglierino e bellissimo cappello di schiuma e un buon equilibrio fra malto e luppolo, un corpo esile, basso grado alcolico, chiude con aromi fruttati leggeri. La marzen è una bellissima interpretazione dello stile, splendida nel suo equilibrio, lievi sentori di caramello con crosta di pane in un corpo leggero, schiuma pannosa e l’alcol sorregge la bevuta senza manifestarsi.
Proseguiamo proponendo ai due bevitori una birra in stile belga, una saison. Gioacchino suggerisce di assaggiare la Eden prodotta dalla beer firm 56, una realtà siciliana di notevole qualità e personalità. La scelta è caduta su questa birra perché Gioacchino la ritene un buon compromesso fra tradizione e innovazione. E’ una saison atipica, il lievito è quello previsto dallo stile, è aromatizzata con tre diversi tipi di pepe (nero, rosa e verde), alta fertmentazione, dorata, schiuma abbondante. Aromi e profumi di crosta di pane e fiori e sapore dolce leggero di malto e fresca sensazione acidula che si mescola all’etereo del pepe.
Le chiacchiere idealmente proseguono e Luppolo sfodera un’altra coppia vincente. Il birrificio è Filodilana, piemontese, oggi ha sede a Avigliana quando, da beer firm, o meglio gipsy brewer (birraio errante) Matteo Pellis, con moglie e un amico ha avviato la produzione in proprio. Produce tre linee con molta personalità e fantasia, “birre da bere e basta”, birre di base che si rifanno al Belgio, al Regno Unito e agli Stati Uniti d’America, birre all’uva, le Iga con mosto di vitigni piemontesi, ”birre da meditazione”, più impegnative. Cominciamo con la Dolly, interpretazione personale di Matteo di una tripel belga, alta fermentazione, ambrata aroma speziato ai chiodi di garofano coriandolo e pepe, corpo leggero che bene si sposa con un grado alcolico elevato 9%, ma che non disturba la bevuta, pericolosamente facile scorrevole con finale secco, piccante. Infine, quando ci si abbandona a qualche confidenza in più, ormai è tardi, arriva la Quattro Pere, una quadrupel, alla belga, suadente, calda, da divano più che da banco, leggermente acidula per l’aggiunta di pere Martin Sec in fermentazione, alcol a 10% ben sorretto dalla struttura, sentori di liquirizia, caramello, comunque scorrevole e appagante. Finalmente, ci si augura la buona notte e lentamente andiamo, contenti rilassati a dormire pregustando sereni sogni.
Quando sarà possibile farlo, Luppolo, l’ottavo nano si trova a Palermo in via Daniele Manin, 36/38, numero di telefono 091 6123877. Gioacchino sarà felice di portarvi a domicilio le birre che avete letto in questo articolo (o altre) se vivete a Palermo. Altrimenti i biriffici elezionati, hanno un canale di vendita online.