COSA BEVO
Il Soave bicchiere
Da un vino che può vantare un antenato nientemeno che nel VI secolo d.C., l’acinatico dei tempi di Teodorico, ci si aspetta molto, e infatti il Recioto di Soave non ci delude, con il suo equilibrio tra materia dolce e acidità che gli consente di non essere relegato a fine pasto.
Molto buona l’interpretazione che ne dà l’Azienda Agricola di Gaetano e Piofrancesco Tamellini a Soave (Vr), dal colore giallo dorato con riflessi ramati e che scorre denso nel bicchiere denotando una notevole consistenza; ampio il bouquet, dai sentori di fico e albicocca secchi, fiori appassiti, miele, mallo di noce , agrumi canditi e lievi note di zagara. Ma è in bocca che a mio parere offre il meglio di sé, con il suo sapore dolce ma non stucchevole che una spalla acida e minerale rende armonico e vivace e che ricorda la mandorla e il miele, con un finale lungo e persistente dove ritornano l’albicocca secca e gli agrumi canditi.
Vino raffinato, potete farne il solito abbinamento con il pandoro, la sbrisolona e la pasticceria secca oppure berlo con i tortelli di zucca, le zuppe di crostacei e i formaggi erborinati. Costa circa 23 euro.
Gaspare Mazzara