di Davide Visiello
Quattordici generazioni di vignaioli di un’azienda viva da cinque secoli e un’uva che nel 1992 ha ottenuto a Bruxelles il riconoscimento di vitigno autorizzato per la provincia di Piacenza: da questo matrimonio nasce il Rosa di Vigna dell’azienda agricola Mossi di Ziano Piacentino, vendemmia tardiva di malvasia rosa.
Il vitigno, ottenuto da una mutazione gemmaria della malvasia bianca, prende vita nel 1967, quando un agronomo telefona all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e comunica al professore ordinario titolare della cattedra di viticoltura che da un tralcio di un vigneto di malvasia di Candia aromatica in Valnure, insieme ai normali grappoli bianchi, era spuntato un grappolo di colore rosa.
Il professore che risponde alla telefonata è Mario Fregoni, presidente onorario (già presidente effettivo) della Oiv, l’organizzazione internazionale della vite e del vino, estensore della legge 164/92 sulle denominazioni d’origine dei vini, creatore di diversi nuovi vitigni iscritti nei registri ufficiali delle varietà di vite da vino e considerato uno dei massimi esperti mondiali del settore.
Fregoni capisce subito che la nascita quel grappolo rosa è un eccezionale caso di retromutazione di un’unica gemma. Semplificando infatti un discorso molto articolato, si potrebbe dire che solitamente le mutazioni vanno dalla bacca nera verso la bianca: tutte le uve selvatiche sono nere, capita poi che possano evolvere per gradi perdendo colore. È il caso, ad esempio, del Pinot Grigio, delPinot Verde e delPinot Bianco, graduali evoluzioni del Pinot Nero.
Dopo circa vent’anni di lavoro di selezione dei tessuti in cui era avvenuta la mutazione delle gemme, il professore arriva a una stabilità del colore del grappolo, e Luigi Mossi, all’epoca titolare dell’azienda, traccia un solco e pianta mezzo ettaro della nuova malvasia rosa.
Mossi, “produttori di vino in Albareto dal 1558”, rilevata dalla famiglia Profumo nel 2014, è sempre stata particolarmente sensibile alle novità: negli anni Settanta fu la prima a vinificare l’ortrugo in purezza, oggi considerato la punta di diamante del settore vitivinicolo piacentino con il gutturnio e la malvasia, e attualmente vanta il primo vigneto in cui la malvasia rosa è coltivata a livello non sperimentale.
Per produrre il Rosa di Vigna, l’uva viene raccolta a mano, messa “a governo” su graticci, pigiata a fine novembre e poi 12 mesi di barrique. L’annata 2010 ha un bell’aspetto rosso aranciato molto vivace con consistenza piena. Al naso è complesso e incuriosisce: intense note di fragoline di bosco e amarena, rosa canina, marmellata di arance, caramella d’orzo, rosmarino e curry, più sfumate invece le note resinose, balsamiche, di miele d’acacia.
In bocca si percepiscono subito calore, morbidezza e una dolcezza tutt’altro che scontata bilanciati appena dopo da una succosa freschezza, da piacevoli accenti sapidi e da un intrigante velo amarognolo. Finale secco e agrumato. Da abbinare a una golosa crostata al profumo di arancia con crema pasticciera e amarene.
L’azienda Mossi, guidata oggi da Marco Profumo, ospita un Museo Contadino che raccoglie oggetti unici provenienti dalla quotidianità della storia della vita nei campi e, a breve distanza, un vigneto sperimentale dell’Università Cattolica di Piacenza. È probabilmente questa la forza di un produttore “vecchio” di cinque secoli, legato alle sue tradizioni, ma attento alle nuove tendenze e pronto a mettersi in discussione per offrire qualità sempre crescente: vivere il presente, programmare il futuro ed essere orgogliosi della propria storia.