Il magnifico bianco
di Angiolino Maule
Lo conoscevo, lo avevo bevuto qualche anno fa. Mi era piaciuto, punto. L’ho riassaggiato. E sono rimasto folgorato. Sarà stata l’annata, il 2008, oppure l’esperienza che cresce di questo vignaiolo sempre più spostato sull’asse del rispetto della natura che lascia all’uomo un piccolo spazio, certo è che il Sassaia, questo bianco ottenuto da uve Garganega con un saldo di Trebbiano e prodotto da Angiolino Maule nella sua azienda La Biancara, è molto buono. Maule oggi produce circa 50 mila bottiglie da circa 11 ettari. Il territorio è quello dei monti Lessini tra le province di Verona e Vicenza, suolo vulcanico, nel comune di Gambellara. Ironia della sorte, quello stesso piccolo centro del Vicentino dove ha sede una grandissima cantina come Zonin che del vino prodotto in modo convenzionale ha fatto il proprio credo da generazioni. Ecco, Maule e Zonin, anni luce di distanza. Torniamo al Sassaia ’08. Giallo dorato, profumi di fieno e salvia, in bocca è avvolgente, sapori di pietra focaia, seducente, punta di ossidazione che non guasta, finale dolce. Lungo. Un vino magnifico. In etichetta Maule si diverte – è il caso di dirlo – a indicare le quantità di ph, anidride solforosa, zuccheri residui ecc. ecc. Una retroetichetta che ha il sapore di una piccola provocazione. In enoteca, quelle a spiccata sensibilità verso i vini naturali, a circa 10-12 euro.
F. C.